Che cos’è uno psicopatico?
La psicopatia è una sindrome dei tratti psicologici classificata tra i disturbi della personalità. Lo psicologo canadese Robert Hare, sulla scia de La maschera della sanità mentale di Hervey Cleckley (1941), ne aveva definito i criteri diagnostici basandosi su un modello cognitivo oggi largamente adottato, anche se alcuni psichiatri preferiscono il termine "sociopatia" visto che, in realtà, [questa sindrome] ha a che fare con l'incapacità di socializzare in modo autentico [2]. Nel tentativo di mettere d'accordo tutti, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ha proposto il termine "disturbo antisociale di personalità"; ma il termine "psicopatia" è ancora il più diffuso e, anche se solo per questo motivo, lo adotterò.
Il tratto più caratteristico dello psicopatico è la completa assenza di empatia e, di conseguenza, di inibizione morale nel far male agli altri, unita alla sete di potere. La psicopatia condivide anche alcuni tratti con il narcisismo: gli psicopatici hanno una visione grandiosa della propria importanza. Secondo loro hanno diritto a qualsiasi cosa perché si ritengono persone eccezionali. Non sbagliano mai e i fallimenti sono sempre colpa degli altri.
La verità non ha alcun valore per lo psicopatico; la verità è ciò che fa comodo in un dato momento. È un bugiardo patologico, ma non se ne rende conto. Per lui mentire è così naturale che il problema della sua "sincerità" è quasi irrilevante: lo psicopatico batte anche la macchina della verità.
Lo psicopatico prova solo emozioni molto superficiali e non ha sentimenti reali per nessuno; ma ha sviluppato una grande capacità di ingannare. Può essere affascinante fino a diventare carismatico. Non è in grado di provare empatia, ma impara a simularla. Il suo potere è la straordinaria capacità di fingere, ingannare, intrappolare e catturare. Sebbene sia immune dai sensi di colpa, diventa un maestro nel far sentire in colpa gli altri.
Poiché lo psicopatico non è in grado di mettersi nei panni degli altri, non può guardare a se stesso in modo critico. Sicuro di avere ragione in ogni circostanza, è sinceramente sorpreso dal rancore delle sue vittime e le punirà per questo. Se ruba qualcosa, considererà il risentimento del derubato alla stregua di un odio irrazionale.
Sebbene lo psicopatico possa essere giudicato pazzo furioso, non è pazzo nel senso medico del termine, poiché non soffre: gli psicopatici non vanno dallo psichiatra se non costretti. In un certo senso, lo psicopatico è molto ben adattato alla vita sociale, se lo scopo della vita sociale è quello di cavarsela individualmente. Ecco perché il vero mistero, da un punto di vista darwiniano, non è l'esistenza degli psicopatici, ma la loro bassa percentuale nella popolazione.
La stima più ottimistica della loro presenza nella popolazione occidentale è dell'1%. Non vanno confusi con il proverbiale 1% che possiede metà della ricchezza mondiale, anche se uno studio condotto tra gli alti dirigenti di grandi aziende aveva dimostrato che i tratti psicopatici sono molto diffusi tra di loro