Robert F. Kennedy jr guida l’offensiva contro i sieri mRNA
Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha lanciato un attacco frontale contro i sieri a mRNA usati nella presunta e recente pandemia, sollevando in diretta televisiva nazionale una serie di allarmi sulla sicurezza di questi farmaci, in particolare per bambini e giovani adulti.

Miocardite, ictus, morte improvvisa: sono solo alcuni dei gravi effetti collaterali associati alle iniezioni di mRNA che Kennedy ha denunciato pubblicamente. Citando studi su milioni di persone, ha affermato che il rischio di miocardite post-vaccino supera ampiamente quello associato all'infezione da SARS-CoV-2, specialmente nei maschi adolescenti.
Uno studio OpenSAFELY, che ha esaminato oltre 1 milione di giovani, ha documentato casi di miocardite esclusivamente nei vaccinati, con nessun decesso correlato al virus nei gruppi a cuni non è stato iniettato il siero. Dati che, secondo Kennedy, dovrebbero far riflettere sulla legittimità della somministrazione di questi prodotti a bambini sani.
Le preoccupazioni si estendono anche agli adulti. I due più grandi studi sulla sicurezza vaccinale mai condotti – uno su 99 milioni di persone (Faksova et al), l'altro su 85 milioni (Raheleh et al) – hanno confermato aumenti impressionanti dei rischi dopo la somministrazione del siero, tra cui:
Miocardite (+510% dopo la seconda dose),
Attacchi cardiaci (+286%),
Ictus (+240%),
Encefalomielite acuta disseminata (+278%),
Aritmie (+199%).
Dati allarmanti, che si sommano a quelli emersi nei trial clinici di Pfizer: nel gruppo di chi ha ricevuto le iniezioni si è osservato un 43% in più di decessi rispetto al gruppo placebo, includendo i decessi registrati dopo la fase cieca dello studio.
Veri e propri assassinati.
Kennedy ha insistito sulla necessità di ristabilire il principio fondamentale del consenso informato: "Non possiamo raccomandare un trattamento a rischio elevato a milioni di bambini sani senza dati chiari sui benefici. Dobbiamo porci domande serie e consultare i genitori".
L'analisi dei dati più recenti va anche oltre: secondo uno studio di Alessandria et al., chi ha ricevuto due dosi di questi "veleni" ha subito una riduzione del 37% dell'aspettativa di vita rispetto a chi non li ha ricevuti durante il follow-up.
Con la sua presa di posizione, Robert F. Kennedy Jr. non solo rompe un tabù imposto da anni di narrativa ufficiale, ma apre la strada a una nuova stagione di revisione critica delle politiche sanitarie adottate durante la pandemia.
Il tempo delle domande retoriche sembra finito. Ora servono risposte. E responsabilità.
Djàvlon
P.S. Ma com'è possibile che i principali giornali e le TV italiane non raccontino tutto questo a lettere cubitali? Se tacciono, sono complici o forse qualcosa di peggio? La verità che sta emergendo nel mondo arriverà anche da noi, o continueremo a vivere immersi nel rischio e nella menzogna? E perché, mentre i dati parlano chiaro, a Roma circolano ancora autobus che spingono alla somministrazione di iniezioni che oggi sappiamo essere pericolose per la nostra salute?