8 Marzo a Reggio: una giornata della donna politicizzata e divisiva

03.03.2025

La Giornata Internazionale della Donna dovrebbe essere un momento di celebrazione e riflessione per tutte le donne, indipendentemente dalle loro idee politiche, religiose o sociali. Eppure, a Reggio Calabria, il programma ufficiale delle celebrazioni per l'8 marzo ha trasformato una festa di tutte in un evento esclusivo e politicizzato.

Secondo la locandina ufficiale, ben il 33% dello spazio dedicato alla manifestazione è stato occupato dalla presentazione di un libro a sfondo politico, dichiaratamente schierato contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Il libro, intitolato "Stiamo Strette", scritto interamente da donne, è stato presentato come una sorta di bibbia del racconto femminile, ma in realtà si tratta di un manifesto di propaganda No Ponte.

Un 8 marzo divisivo e strumentalizzato

Ciò che dovrebbe essere una giornata di riconoscimento e valorizzazione della figura femminile è stata trasformata in un'occasione per propagandare una precisa visione politica, escludendo e umiliando tutte quelle donne che hanno una posizione diversa. Il Ponte è una questione infrastrutturale e strategica, sostenuta da tantissime donne reggine e messinesi, lavoratrici, imprenditrici e professioniste che vedono in esso un'opportunità di crescita e sviluppo per il territorio. Eppure, queste donne non sono state rappresentate né considerate.

Il sindaco di Reggio Calabria dovrebbe comprendere che, così come chiede una compensazione per il Ponte, anche noi chiediamo una compensazione politica per eventi pubblici di questo tipo. Il Comune deve garantire una reale parità di rappresentanza, chiamando scrittori, artisti e intellettuali che non siano esclusivamente legati a un'area politica, ma che possano parlare a tutte le donne, senza distinzione ideologica.

Non basta finanziare un evento e definirlo "per la festa della donna". Bisogna garantire che sia davvero per tutte e non solo per una parte di esse. Le recenti dichiarazioni della coordinatrice di "Stiamo Strette", Serena Calabrò, lo confermano chiaramente:

"La nostra ovviamente è anche una letteratura politicamente schierata, è un libro politico perché è un libro apertamente No Ponte… Proponiamo in sostanza una prospettiva diversa, rispetto ad un ponte che può distruggere l'ecosistema … vogliamo condividere l'amore e non l'odio."

Ma non c'è amore in chi si schiera contro senza confronto. Affermare che la letteratura femminile debba necessariamente essere No Ponte è un insulto a tutte le donne che hanno una visione diversa e che sono state completamente escluse da questa celebrazione.

Le donne e la politica: un'arma a doppio taglio

Io non sono contro le donne, sono una di loro. Ho vissuto discriminazioni e aggressioni, ma ho sempre risposto con fermezza e autorevolezza, senza mai usare la politica come uno strumento per imporre la mia visione, ma piuttosto come un mezzo di educazione e confronto.

Questa iniziativa avrebbe potuto essere più inclusiva. Perché non dare spazio a scrittrici che raccontano delle difficoltà delle donne nel mondo del lavoro? Perché non parlare delle donne che faticano a conciliare carriera e famiglia, delle badanti sottopagate, delle madri di famiglia che lottano per far quadrare i conti ogni mese? Dove sono le scrittrici che parlano delle donne di destra, delle donne non schierate, delle donne che semplicemente vogliono un futuro migliore senza essere strumentalizzate?

Le donne hanno già dimostrato la loro forza politica in tutto il mondo. Basta guardare le figure femminili che ricoprono ruoli di altissimo livello:

  • Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea

  • Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea

  • Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano

  • Mette Frederiksen, Primo Ministro della Danimarca

  • Ingrida Šimonytė, Primo Ministro della Lituania

  • Jacinda Ardern, ex Primo Ministro della Nuova Zelanda

  • Angela Merkel, ex Cancelliere tedesco

Queste donne dimostrano che la partecipazione femminile nella politica e nelle istituzioni è una realtà consolidata. La festa dell'8 marzo dovrebbe essere un momento per celebrare questi successi e per discutere le sfide ancora aperte, senza divisioni ideologiche e senza escludere nessuno.

Un evento per tutte, non per poche

La festa della donna non può essere un evento esclusivo per chi si identifica con una precisa ideologia. Deve essere un momento di unione e non di divisione. La donna è prima di tutto madre, sorella, zia, figlia e nonna. La politica dovrebbe rispettare questo, prima di cercare di imporre un'ideologia.

O l'8 marzo è la festa di tutte le donne – a prescindere da idee politiche, religione, etnia e classe sociale – o non è più una festa, ma un'imposizione. E a Reggio Calabria, purtroppo, quest'anno è stata proprio questo: un evento di esclusione anziché di inclusione.

A Reggio Calabria, esistono anche le vedove di carabinieri e poliziotti morti nello svolgere il proprio dovere, così come le vedove di uomini deceduti in incidenti sul lavoro. Queste donne, spesso dimenticate, affrontano il peso del dolore e della responsabilità, senza clamori politici, ma con una forza silenziosa che meriterebbe di essere riconosciuta e celebrata in questa giornata dedicata a tutte le donne.

Cris Vicente