Angeli venuti dal mare

29.12.2024

Celebrazione del 116º anniversario del terremoto di Reggio Calabria: un omaggio ai marinai russi.

Noi non dimenticheremo mai

Ieri, 28 dicembre 2024, Reggio Calabria ha commemorato con grande solennità il 116º anniversario del devastante terremoto del 1908, un evento che ha segnato in modo indelebile la storia della città e della sua gente. La cerimonia si è svolta presso la stele commemorativa all'interno della Villa Comunale Umberto I, alla presenza di autorità locali, rappresentanti delle comunità russe, ucraine, bielorusse e numerosi cittadini, tutti legati da un profondo desiderio di ricordare e onorare coloro che, nei momenti più tragici, hanno dimostrato un gesto di straordinaria umanità.

Un intervento provvidenziale in un mare di distruzione

Il terremoto che colpì Reggio Calabria e Messina il 28 dicembre 1908, con una magnitudo di 7.1, causò la morte di oltre 200.000 persone e ridusse in macerie gran parte delle due città. In quel contesto di distruzione e caos, la Marina Imperiale Russa si distinse come la prima forza ad intervenire, offrendo soccorso in un momento di grande emergenza. Le navi russe, già in sosta nella rada di Augusta, si mobilitarono rapidamente, giungendo a Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Messina poche ore dopo il sisma.
Questi marinai, provenienti dall'intero impero russo, compreso il territorio dell'attuale Ucraina e Bielorussia, prestarono assistenza ai feriti, recuperarono superstiti dalle macerie e fornirono supporto logistico ed emotivo a una popolazione devastata dall'accaduto. I soccorsi italiani, purtroppo, giunsero solo quattro giorni dopo, non per negligenza, ma a causa di oggettive difficoltà nelle comunicazioni e nei trasporti.

Gli "angeli venuti dal mare"

In quei giorni di orrore e disperazione, i marinai russi furono ribattezzati dai reggini come "gli angeli venuti dal mare". Questo soprannome, intriso di riconoscenza e ammirazione, continua a risuonare nel cuore della città. L'intervento dei marinai russi ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva della comunità reggina, che ancora oggi non dimentica chi, senza esitazione, si è fatto avanti per offrire speranza quando tutto sembrava perduto.

Un legame che resiste al tempo

Durante la commemorazione, il console della Bielorussia per Calabria e Sicilia, Franco Milasi, ha messo in evidenza l'importanza di tali atti di solidarietà internazionale. 

"Questa storia di aiuto e fratellanza ci insegna che la cooperazione tra i popoli può superare qualsiasi barriera, anche nei momenti più difficili," ha affermato Milasi, sottolineando come l'umanità possa emergere anche dagli eventi più tragici.

La cerimonia ha visto la partecipazione di rappresentanti delle comunità bielorusse, georgiane, kazake, armene, russe e ucraine residenti in Calabria, tutti uniti in un gesto simbolico di unità e pace. Deporre corone di fiori ai piedi della stele commemorativa è stato un atto carico di significato, volto a rafforzare i legami tra le diverse comunità presenti sul territorio.

Memoria e speranza per il futuro

A oltre un secolo dal terremoto del 1908, Reggio Calabria continua a rendere omaggio a quegli eroi silenziosi che, in un momento di estrema necessità, si sono distinti per il loro coraggio e altruismo. La commemorazione di ieri non si limita a essere un tributo al passato, ma assume anche il ruolo di un importante monito per il futuro: è fondamentale ricordare che, anche nei momenti più bui, la solidarietà e l'umanità possono brillare come fari di speranza.

Questa celebrazione, quindi, diventa un ponte tra passato e presente, un promemoria costante del potere della compassione umana e della capacità di affrontare insieme le avversità, costruendo così un futuro migliore, più solidale e unito per tutte le comunità coinvolte.

Presenti anche il parroco della Chiesa Ortodossa di San Paolo dei Greci, Daniele Castrizio gli ortodossi sono la maggioranza in Russia, Bielo Russia e Ucraina, ed il ricordo è molto sentito tra gli ortodossi, la funzione in ricordo di quel tempo è stata eseguita da Pe. Giovanni Pratticò.

Nella storia del terremoto di Messina e Reggio Calabria sono scritte migliaia di pagine, della bontà e generosità umana, ma la primissima pagina, quella eterna e imperitura fu scritta da loro, dagli slavi dai capelli chiari, talmente riservati nell'aspetto e talmente sensibili in realtà.

Serào, Matilde scrittrice e giornalista 

Andrea Ruggeri