Bomba inesplosa nello Stretto a Villa San Giovanni

Ritrovamento e brillamento di un ordigno bellico a Villa San Giovanni
Villa San Giovanni torna al centro dell'attenzione per un ritrovamento che testimonia come i residuati bellici della Seconda guerra mondiale siano ancora una realtà con cui fare i conti. Uno dei più eclatanti fu il ritrovamento a Scilla nel 2019. Lo scorso 17 febbraio, nelle acque antistanti la località Bolano, è stato rinvenuto un ordigno bellico di circa 500 libbre, lungo 120 cm e con un diametro di 37 cm, a una profondità di circa 30 metri.
Dopo una riunione di coordinamento in videoconferenza, che ha visto coinvolte le Prefetture di Reggio Calabria e Messina, i Comuni di Villa San Giovanni e Messina, le Capitanerie di Porto delle due città e il Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori "Teseo Tesei" di La Spezia, è stata stabilita la procedura per il brillamento.
Le operazioni si svolgeranno giovedì 6 marzo a partire dalle ore 6:00, nel pieno rispetto dell'ambiente marino. L'ordigno verrà rimorchiato e trasportato in un'area sicura del Mar Tirreno, a nord dello Stretto di Messina e al largo della costa tra Scilla e Bagnara, dove sarà fatto brillare in sicurezza.
Secondo le autorità, l'unico effetto percepibile dalla popolazione, oltre al rumore della detonazione la cui intensità dipenderà da vento e direzione, sarà una colonna d'acqua ridotta nel punto dell'esplosione. L'area marittima, nel raggio di 1.500 metri dal luogo del brillamento, sarà interdetta alla navigazione con apposita ordinanza della Capitaneria di Porto di Messina.
Orari delle operazioni:
Ore 6.00: rimorchio dell'ordigno e trasporto verso l'area designata.
Ore 8.30: posizionamento e collegamento al detonatore.
Ore 9.00 - 12.00: operazioni di brillamento.
Un fenomeno ancora attuale
Secondo Roberto Serio, esperto ed ex Segretario Generale dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG), il problema degli ordigni inesplosi in Italia è ancora molto attuale. Si stima che oltre 25.000 bombe d'aereo risalenti alla Seconda guerra mondiale siano ancora presenti nel sottosuolo italiano, senza contare mine, granate e munizioni disseminate nel territorio o abbandonate nei corsi d'acqua e nei fondali marini.
Serio sottolinea come il deterioramento delle spolette renda questi ordigni sempre più instabili e pericolosi nel tempo. Ogni anno vengono ritrovati circa 60.000 residuati bellici di vario tipo e la bonifica rimane un'operazione complessa e costosa. "La bonifica bellica non dovrebbe essere soggetta a ribassi d'asta negli appalti pubblici", afferma Serio, "perché si tratta di un tema di sicurezza che richiede la massima attenzione".
L'Italia continua a fare i conti con questi pericolosi reperti della storia, e il ritrovamento di Villa San Giovanni è solo l'ennesima conferma di quanto il passato possa ancora riemergere, richiedendo interventi mirati per garantire la sicurezza della popolazione.
Cris Vicente