Condannare le aggressioni ai sanitari, senza soluzioni concrete ... è inutile

05.12.2024

La UIL Calabria e la UIL FPL Calabria condannano con fermezza le aggressioni al personale sanitario, ma sottolineano l'importanza di andare oltre le semplici dichiarazioni di principio.

"Accogliamo con soddisfazione l'iniziativa dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, che con il protocollo 'Tolleranza Zero' si impegna a prevenire e contrastare le aggressioni al personale sanitario. Questo rappresenta un passo concreto verso un ambiente di lavoro più sicuro, in linea con la nostra campagna 'Proteggere chi ci protegge', che da tempo sensibilizza sull'urgenza di tutelare la sicurezza e la dignità di chi opera in prima linea nella tutela della salute pubblica", dichiarano Mariaelena Senese, Segretario Generale UIL Calabria, e Walter Bloise, Segretario Generale UIL FPL Calabria.

Le aggressioni al personale sanitario, infatti, non solo mettono a rischio la sicurezza degli operatori, ma compromettono anche la qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini. L'adozione del protocollo da parte dell'ASP di Cosenza rappresenta una svolta concreta, che pone la prevenzione e la risposta rapida a situazioni critiche come priorità.

Dicono i sindacati, ma non tutti sono d'accordo.

Tuttavia, non basta adottare protocolli senza affrontare le cause profonde di tali episodi

L'esasperazione della popolazione, aggravata da anni di disservizi, lunghi tempi di attesa e difficoltà di accesso alle cure, non può essere ignorata. 

Durante la pandemia, molte persone hanno vissuto situazioni drammatiche: familiari abbandonati in ospedale senza conforto, impossibilità di salutare i propri cari, prima della morte, e un sistema sanitario che non è riuscito a rispondere alle loro esigenze.

Non dimentichiamo: "Loro obbediscono agli ordini e noi qui a morire soli come cani"

Chi ha perso un familiare o non ha accesso alla salute sa bene di cosa parliamo. Sono parole che hanno risuonato nei momenti più drammatici della pandemia, quando molte persone si sono sentite abbandonate dal sistema sanitario

E attualmente lo sono.

Proprio un anno fa, un'inchiesta denunciava una situazione critica diffusa in tutta Italia: "Ospedali nel caos: malati abbandonati nei corridoi", e ancora "io non vado in ospedale li solo si muore" , morti, che potevano essere evitate.

Questi episodi non sono casi isolati, ma il risultato di anni di ritardi sistemici, negazioni di cure e reazioni a volte inadeguate da parte di alcuni operatori sanitari, più concentrati sui propri carichi di lavoro che sulle ansie e il dolore dei pazienti e dei loro cari.

Le disuguaglianze nell'accesso ai servizi sanitari
Il divario tra chi può accedere facilmente alle cure e chi, nonostante l'esenzione o le condizioni di fragilità, deve affrontare attese interminabili o ostacoli economici, è sempre più evidente. A ciò si aggiungono i limiti nella preparazione e prevenzione delle malattie e le difficoltà nel prendersi cura di pazienti fragili e malati cronici, fattori che hanno aggravato la crisi di fiducia nel sistema sanitario.

Un sistema sanitario sotto esame

Le revisioni del sistema sanitario italiano sono necessarie, ma devono affrontare le radici del problema:

  • Investire nelle infrastrutture e nel personale: Ospedali sovraffollati e carenza di risorse non possono essere la norma.
  • Ridurre le disuguaglianze: Garantire che ogni cittadino, indipendentemente dal reddito o dalla regione, abbia accesso tempestivo e gratuito a cure adeguate.
  • Ricostruire il rapporto di fiducia: L'empatia e l'ascolto devono tornare al centro del rapporto tra operatori sanitari e pazienti.

La pandemia ha evidenziato in modo drammatico le fragilità del nostro sistema, ma deve anche rappresentare un punto di svolta. Proteggere chi ci protegge è fondamentale, ma senza dimenticare chi il sistema dovrebbe servire: i cittadini

Solo con un dialogo aperto e un impegno concreto si potrà ricostruire un sistema sanitario degno e inclusivo per tutti.

Un approccio inclusivo per ricostruire la fiducia

La sanità deve recuperare il suo ruolo di protezione, tornando ad essere percepita come alleata dei cittadini. Protocolli come 'Tolleranza Zero' sono utili, ma devono essere accompagnati da un ascolto attivo delle esigenze dei pazienti

Ai Sindacati dico: "Creare divisioni tra operatori sanitari e cittadini rischia di peggiorare il problema, anziché risolverlo".

È fondamentale investire non solo nella sicurezza degli operatori, ma anche nel miglioramento del sistema sanitario, garantendo accesso equo e tempestivo alle cure, rispetto reciproco e una vera collaborazione tra tutte le parti coinvolte. Solo così sarà possibile ristabilire un clima di fiducia e rispetto, che è la base per un sistema sanitario efficiente e umano.

Andrea Ruggeri