Cosa succede al comune di Reggio Calabria?

17.10.2024

Il comune vuole proibire a giornalistii fotoriproduzioni, registrazioni audio/video, di riprodurre, diffondere o divulgare in qualsiasi forma le sedute delle commissioni consiliari.

Ma questa è censura previa.

Leggiamo che un nuovo Regolamento per l'organizzazione e il funzionamento delle Commissioni Consiliari prevede e che l'Amministrazione comunale ha già approvato, cose senza senso e fuori dal contesto democratico.

I contenuti del provvedimento sono gravissimi: di fatto, vengono annullate le commissioni consiliari e si vieta l'accesso a Palazzo San Giorgio a giornalisti e cittadini.

Un vero e proprio atto grave al limite con la dittatura.

Leggete voi stessi "È fatto espresso divieto ai partecipanti, uditori e a chiunque altro – ad eccezione dell'ufficio stampa comunale – di effettuare fotoriproduzioni, registrazioni audio/video, di riprodurre, diffondere o divulgare in qualsiasi forma le sedute delle commissioni consiliari, salvo espressa autorizzazione da parte del Presidente del Consiglio.

Quindi chi vi scrive, cioè la stampa, non potrà più effettuare foto, video o registrazioni, prerogativa che sarà esclusiva dell'ufficio stampa comunale e riprodurre diffondere o divulgare le sedute delle commissioni consiliari.

Ma allora cosa è se non una censura ufficiale alla stampa?

Comincio a pensare che quelli che incitano contro il fascismo ad ogni istante abbiano però imparato ad agire come nei regimi più autoritari.

Noi non abbiamo bisogno dell'ufficio stampa comunale, come dicono i colleghi di StrettoWeb o dell'Istituto Luce o del Minculpop di Mussolini, o della TASS in Unione Societica, o qualsiasi altra agenzia di stampa di Stato, noi siamo "la possibilità" che l'informazione sia libera e che nessuna censura o dittatura cancelli il diritto d'informazione e partecipazione.

Djàvlon 

Gruppi di maggioranza inviano una nota in cui dice, testuali parole:

«Ancora sulla trasparenza – hanno precisato i consiglieri - specifichiamo che tutte le sedute sono videoregistrate e sono salvate sulla piattaforma informatica del Comune e quindi accessibili a chiunque. Per quanto riguarda la comunicazione le sedute sono pubbliche, le riprese video e fotografiche devono essere autorizzate dal presidente del consiglio (prima non era così), come avviene in tutte le istituzioni democratiche del nostro Paese, dal Parlamento alle Regioni. Per fare in modo che chi svolge un ruolo pubblico, una funzione pubblica, come nel caso dei giornalisti (??), sia riconosciuto e autorizzato (?? controllato volevano dire, il giornalusta sa da solo cosa fare con le informazioni). Quando le foto o le registrazioni debbano essere utilizzate da privati cittadini (decidono loro chi può pubblicare anche sui blog?) per finalità sconosciute bisogna stare attenti (stare attenti, tutelare? Ma per questo ci sono altri sistemi democratici e non dispotici, la CENSURA PREVIA non serve) per tutelare l'istituzione che noi rivestiamo. Questo non significa negare trasparenza o partecipazione perché le sedute restano comunque pubbliche (quindi dobbiamo ringraziarli che non diventino private)»

(tra le parentesi in colore amaranto i nostri dubbi)