Denunciati i denuncianti Lo Voi e Li Gotti

Caso Almasri: Lo Voi e Li Gotti denunciati per vilipendio e oltraggio a corpo politico
Lo scontro giudiziario scaturito dal caso Almasri e dal caso Albania si arricchisce di un nuovo capitolo. L'iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano ha posto sotto i riflettori l'azione del procuratore Francesco Lo Voi, che ha dato seguito alla denuncia dell'avvocato Luigi Li Gotti. Tuttavia, ora un altro avvocato, Luigi Mele, ha sporto denuncia contro lo stesso Li Gotti e il procuratore Lo Voi.
La denuncia dell'avvocato Mele
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, Mele ha chiesto di indagare su Lo Voi per i reati di calunnia aggravata, attentato contro organi costituzionali e vilipendio delle istituzioni. Li Gotti, invece, è accusato di omissione di atti d'ufficio aggravata e oltraggio a un corpo politico. Mele ha presentato la sua denuncia alla stazione dei carabinieri di Ponte Milvio, chiedendone la trasmissione alla Procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, competente per i reati commessi e subiti dai magistrati romani.
L'avvocato Mele contesta la fondatezza della denuncia di Li Gotti, sostenendo che quest'ultimo si sia basato unicamente su ritagli di giornale, senza un solido sostegno probatorio. Per quanto riguarda Lo Voi, l'accusa riguarda un presunto oltraggio a un corpo politico: secondo Mele, indagando il Presidente del Consiglio e altri membri del governo, il procuratore avrebbe offeso l'onore e il prestigio delle istituzioni.
Le motivazioni di Mele
Intervistato da Il Messaggero, Mele ha dichiarato: "La mia denuncia parte da una asettica constatazione dei fatti: ho spiegato in modo tecnico-giuridico la loro cruda essenza. Non ho mai avuto legami con partiti politici. Vent'anni fa denunciai Andreotti per la morte di Moro per un caso di coscienza. Anche questa volta mi sono mosso sulla base di un principio sacrosanto, non di un colore politico: bisogna ritornare nell'alveo corretto della disciplina delle regole sociali e delle istituzioni. Altrimenti diventa una pagliacciata".
Il caso Lo Voi è stato ulteriormente complicato da un contenzioso con Palazzo Chigi riguardante il volo di Stato negatogli e dal ritardo nell'invio di documentazione alla Commissione Covid.
Due inchieste del quotidiano La Verità hanno sollevato interrogativi e richieste di chiarimenti da parte delle forze di governo.
Il dossier di FdI su Lo Voi e la CPI
Ad arricchire la vicenda, emerge un dossier di 14 pagine redatto dall'ufficio studi di Fratelli d'Italia, intitolato Il giallo sugli errori nel mandato di cattura di Almasri. Il documento analizza la figura del procuratore capo della Corte Penale Internazionale (CPI), Karim Ahmad Khan, mettendo in discussione la sua precedente attività di avvocato.
Secondo il dossier, Khan avrebbe difeso l'ex dittatore liberiano Charles Taylor, processato dalle Nazioni Unite per l'uso di bambini soldato, stupri e uccisioni di massa. Inoltre, avrebbe fornito assistenza legale al presidente keniota William Ruto, accusato di massacri, e a Saïf al-Islam.
Il dossier sottolinea una presunta connessione tra Khan e Lo Voi, suggerendo che il procuratore italiano fosse il candidato sostenuto dal governo italiano con una nota del 9 febbraio 2021 per il ruolo di procuratore della CPI. All'epoca, il governo era guidato da Giuseppe Conte, che si era già dimesso e stava gestendo gli affari correnti.
Conclusioni
La denuncia dell'avvocato Mele aggiunge un ulteriore livello di complessità al già intricato caso Almasri, sollevando dubbi sulla condotta di magistrati e avvocati coinvolti. Mentre la Procura di Perugia valuterà le accuse, la vicenda continua a suscitare dibattiti politici e giudiziari, mettendo sotto i riflettori il rapporto tra giustizia e politica in Italia.
Chi giudica dovrebbe essere illibato, chi denuncia un pozzo di saggezza, invece tutto è fatto da soggetti destinati a perdere in un confronto democratico, la vicenda Commissione Covid la dice tutta sulla natura di questi signori ormai condannati dai cittadini in attesa di giudizio divino e speriamo terreno.
Djàvlon
Fonti: Il Messaggero ; Il secolo d'Italia.