E Basta, che pal... Kyrgios
Le condizioni gastrico-nervose di Nick Kyrgios sarebbero in preoccupante peggioramento, almeno secondo quanto riportato dal Morning Star di Melbourne, che ha ricostruito la giornata-tipo del tennista australiano. Un susseguirsi di post polemici contro Jannik Sinner e la WADA, allenamenti contro un cartonato dell'azzurro, telefonate cariche di astio e visioni ossessive di match passati. Una routine che sembra più il ritratto di un'ossessione patologica che di un atleta professionista.
Il problema non è solo il carattere turbolento di Kyrgios, noto per i suoi atteggiamenti sopra le righe e le continue provocazioni. Il vero dramma è la banalizzazione dell'informazione sportiva, che finisce per dare spazio a personaggi più interessati alla polemica che alla competizione. Mentre Sinner lascia parlare il campo, Kyrgios cerca di attirare l'attenzione con accuse infondate e un atteggiamento sempre più tossico. L'insinuazione di un presunto caso di doping ai danni di Sinner non è solo ridicola, ma anche dannosa per l'intero movimento tennistico.
L'ossessione di Kyrgios per Jannik ha ormai superato il limite della rivalità sportiva, trasformandosi in un grottesco spettacolo di invidia e rancore. Distruggere racchette, irridere gli avversari e insinuare sospetti infondati non fanno di lui un ribelle, ma solo un esempio di tutto ciò che lo sport non dovrebbe essere. Eppure, certi media sembrano più interessati a cavalcare questa narrazione tossica piuttosto che raccontare i veri valori del tennis.
Speriamo che testate come la Gazzetta dello Sport, Marca e Morning Star di Melbourne e chiaro altri colossi dell'informazione sportiva smettano di alimentare questa spirale di polemiche sterili e odio gratuito. Perché alla fine, l'unico verdetto che conta è quello del campo. E lì, Kyrgios è stato, è e sarà sempre inferiore a Sinner. Non servono complotti o teorie fantasiose: basta guardare il tabellone dei vincitori.
Djàvlon