Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
La violenza contro le donne che molte volte sfocia in morte, detta femminicidio, e la violenza perpetrata, nel'80% dei casi, dagli uomini contro le donne.
Oggi è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Ma l'eliminazione della violenza contro le donne deve creare un sistema che non le mercerizzi.
Parlo non solo di pornografia tipo OnlyFans, ma della mancata tutela individuale in Internet, di quelle foto e video, esposte da ex o dalle stesse donne o come risulta più appropriato definire il fenomeno delle violenze in Rete.
Patriarcato o maschilismo?
Molti evidenziano qui al sud principalmente, una cultura legata a una società maschilista, ma che non è più violenta e femminicida che al centro o al Nord.
Quindi il machismo, non è la causa, o per lo meno non l'unica.
Esistono uomini che usano violenza contro le donne, ma non tutti gli uomini sono colpevoli, come affermano alcune femministe, tra queste l'Avvocato Laura Vasselli, che ha affermato in una trasmissione di Radio Radio che "senza i maschi il mondo va avanti, ma senza le donne no?" Confrontandosi con il collega Simone Pillon. Come vi posizionate voi?
Analisi tra giornalisti
Essendo oggi la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo indetto, qui in redazione, tra giornalisti e giornaliste, italiani/e e stranieri/e, un confronto, analizzando il quadro generale italiano e mondiale. Il risultato analitico e non da tifoseria da stadio (come nel caso dei colleghi in radio), che ne è venuto fuori, è un documento sulla gestione, per lo meno in Italia, dei rapporti familiari, e non tra uomo e donna, partendo da una visione unitaria e non separatista.
Il fatto che esistano uomini violenti, e assassini, non significa che lo siano tutti gli uomini.
Lo stesso dicasi di donne che abortiscono e commettono infanticidi, che non rende tutte le donne colpevoli o innocenti.
Ogni mese, vengono commessi in Italia 8 femminicidi, ma anche 2 infanticidi, dove le madri risultano le autrici prevalenti pari al 57,5%, il che però non vuol dire che tutte le donne uccidano bambini.
Molti di noi, tra i 60 e gli 80 anni, hanno subito un'educazione a volte più matriarcale che patriarcale, fatta di cinghiate, che a volte educavano, altre erano pura violenza e disperazione.
Caso Cecchettin, femminicidio/patriarcale?
Nel caso dei femminicidi, quasi il 30% in Italia legati all'appartenenza, sia di provenienza religiosa (islam e altre religioni), sia di tradizioni culturali superate. La necessità è quella di educare, chi vive o vuole vivere nel nostro paese, a rispettare la nostra cultura e non a imporre la sua, per lo meno quella parte legata alla violenza in casa e ai diritti universali degli esseri umani, chiaro oltre alle leggi come tutti.
Nel caso invece degli omicidi nostrani, avvenuti da legami affettivi (58%), come nel caso di Giulia Cecchettin, la necessità sono: 1) Educare uomini e in alcuni casi donne; 2) Analizzare comportamenti e denunciarli a tempo; 3) Incentivare i confronti positivi e non da trasmissioni caciarecce in TV; 4) Dare supporto coraggio e garanzia perché le donne possano denunciare; 5) Mettere a disposizione dispositivi efficaci e ascoltarle quando si rivolgono alle forze dell'ordine, immediatamente; 6) Educare gli uomini al rapporto di coppia, al rispetto, all'analisi del proprio narcisismo; 7) Ridare forza alla famiglia, ascoltare i ragazzi e le ragazze.
In Brasile dove la violenza sulle donne ed il fenomeno del femminicidio sono arrivati ai massimi livelli, hanno istituito il commissariato per le donne (Delegacia da Mulher) e questi delitti sono diminuiti drasticamente, anche se, statisticamente, sono aumentate le denunce.
Molte volte i femminicidi avvengono per colpa di denunce non investigate a fondo e dopo vari indizi di rischio per la donna.
Bisogna smettere di dire bugie, su patriarcato e odio sessista, come avvenuto inizialmente proprio nell'omicidio di Giulia, dove la sorella accusa gli uomini di patriarcato, responsabile secondo Lei della morte della sorella.
Mentre tutti ora sappiamo che l'assassino Filippo Turetta, non era certamente un caso legato al patriarcato, ma a un disturbo di personalità narcisistica allo stato passionale.
Guarda caso la smentita indiretta poi è venuta proprio dal padre delle due ragazze Gino Cecchettin, che ha così rivolto un pensiero ai genitori dell'assassino: «Mi sono immedesimato nei genitori di Filippo diverse volte, anche perché sono molto razionale. Darei loro un abbraccio; non li posso giudicare, stanno vivendo un dramma più grande del mio».
L'Italia deve combattere la violenza, con armi moderne, migliorando la prevenzione, e dotando le forze di polizia di strumenti, principalmente a favore dei più deboli, come donne, bambini e infanti, con commissariati che funzionino istantaneamente.
Il numero 1522 è una buona iniziativa, ma il tempo di 3 a 5 minuti di attesa perché qualcuno ti risponda (testato oggi nella giornata dedicata a questo), specialmente durante un'aggressione ... può essere fatale, specialmente se l'aggressore si accorge che sei al telefono.
Dovrebbe essere un numero che fa partire un intervento di ascolto immediato e identificazione del luogo della chiamata.
Sul nostro sito i numeri azzurri, rosa, verdi ecc.. sono presenti e speriamo che aiutino, ma l'efficenza deve essere reale.
La violenza sulle donne è una cosa che non possiamo più mettere in secondo piano, pur essendo l'Italia uno dei paesi europei con il minor indice per abitanti:
Nel 2018, infatti, una donna europea ogni 100mila è stata uccisa. Media superata in 14 dei 24 paesi considerati nell'analisi da Eurostat.
I tassi di omicidi femminili più elevati sono stati rilevati in alcuni paesi dell'Europa orientale e meridionale, tra cui due delle repubbliche baltiche, Lettonia e Lituania. La Lettonia, in particolar modo, risulta avere il tasso più elevato dell'Unione europea pari a 4,12 donne uccise ogni 100mila residenti. Seguono Lituania (3,57), Malta (1,70), Cipro (1,36) e Bulgaria (1,05). Il tasso di omicidi femminili in quell'anno ha segnato 0,4 ogni 100mila in una serie di altri paesi, tra cui Italia (0,43 donne uccise ogni 100mila residenti), Polonia e Paesi Bassi (0,42), Irlanda (0,41) e Croazia (0,38).
Quindi l'Italia in questa pessima classifica è al quintultimo posto sui 24 maggiori paesi europei, vedi nel quadro.
Che non vuol dire che il problema qui non c'è, ma che non è tanto accentuato come in altri paesi europei e mondiali.
Pensate che tutto il mondo è colpito da questa piaga e nel 2022, per la prima volta, l'Africa ha superato l'Asia per il numero di vittime. Nel Nord e Sud America i femminicidi sono aumentati del 29% tra il 2017 e il 2022. Un aumento che potrebbe anche essere legato a un miglioramento delle pratiche di denuncia e registrazione, che ha permesso di fare venire alla luce casi che prima non erano classificati.
In Europa invece si segnala una riduzione media del 21%, riduzione che è in gran parte dovuta a una sensibile diminuzione nel Regno Unito, riduzione più modesta, ma sempre di riduzione si parla in Spagna e in Italia tra il 2010 e il 2019.
C'è però da dire che, se da un lato il trend di omicidi con vittime di genere maschile dal 2010 è progressivamente in calo in Italia, dall'altro il numero di omicidi di donne, pur nel calo, presenta variazioni meno significative.
I fenomeni violenti sono da combattere, gli uomini violenti da isolare ed educare tutti all'auto controllo, le donne da rispettare, amare e stimolarle alla coscientizzazione e movimentazione sociale sulla non mercificazione del loro corpo e del rispetto alla vita.
Andrea Ruggeri
Con la collaborazione della redazione di U Riggitanu e alcuni associati GIA.
Fonti: elaborazione Openpolis (ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019); Eurostat 2022; GIA 2024.