Italiano disperso nella giungla amazzonica in Brasile

26.07.2023

Uno si domanda cosa diavolo ci sei andato a fare?

Perché dall'Italia continuano a fare turismo di avventura e turismo di favela?

La favela è pericolosa per i suoi abitanti, perché dovrebbe essere sicura per i turisti, chiamati da quelle parti di "Gringos".

Ma il massimo sono i turisti di avventura nell'Amazzonia.

L'Amazzonia grande più dell'Europa è un luogo molto speciale e bello, ma esistono guide per questo e anche così continua una foresta semi selvaggia con tanti pericoli, specialmente per un turista italiano che al massimo ha fatto passeggiate nei boschi di Predappio.

Comunque dieci giorni fa è andata bene a un nostro connazionale che è stato ritrovato. Era disperso nella giungla dello Stato brasiliano dell'Amazzonia da mercoledì 12 luglio.

L'uomo, di cui non sono state rese note le generalità, è stato individuato nel mezzo della selva "in stato confusionale" e indebolito, ma comunque, secondo quanto riferito dalle autorità brasiliane di Presidente Figueiredo, "in buona salute".

Il comune brasiliano conta circa 25.000 abitanti e negli ultimi anni è diventato meta del turismo d'avventura, una delle principali attività economiche della zona.

Il turista è stato subito trasportato nell'ospedale della città a circa a 150 km a sud della Colombia e sottoposto ai test medici per sicurezza.

Varie sono le storie su scomparsi e riapparsi nella foresta, ad esempio proprio in Colombia, quella dei quattro fratellini ritrovati vivi dopo 43 giorni nella foresta Amazzonica, che alla fine è stata una favola a lieto fine, trasferita nella vita reale che ha commosso il mondo intero. 

I bambini - la più piccola aveva appena compiuto un anno proprio mentre vagava nella foresta, la più grande ne avevas 13 - erano dispersi dal 1 maggio di quest'anno in seguito a un incidente aereo in cui hanno perso la vita la mamma e i due piloti. 

La domanda che tutti si pongono è come abbiano fatto i quattro a sopravvivere. A rispondere è stato il leader indigeno Guanano dei Vaupés, che ha spiegato che i bambini sono stati salvati dalle conoscenze trasmesse loro dalla nonna.

Ma in questa storia una vittima c'è stata ed è il cane Wilson, che ha aiutato i soccorsi a trovare i quattro bambini nella foresta. Ormai l'esercito colombiano, di cui fa parte Wilson, ha ancora solo qualche speranza di trovare il cane eroe vivo.

Wilson, pastore belga di sei anni ed è stato preparato per riscattare persone nella foresta, ed è stato fondamentale nel trovare le tracce dei bambini, pensate ha trovato da solo l'aereo nella foresta, ma poi è scomparso a sua volta.  

Wilson l'eroe scomparso a sua volta
Wilson l'eroe scomparso a sua volta

Se un cane specializzato nel riscatto di persone scomparse nella foresta, si perde a sua volta, capite quanto è pericoloso per un adulto proveniente dall'Europa e senza esperienza, muoversi da solo.

Che cos'è il turismo d'avventura?

Nonostante questo non sia l'unico episodio che negli anni abbiamo sentito del genere, il turismo d'avventura o vacanza avventura diventa un'esperienza sempre più diffusa nel mondo.

Questa tipologia di turismo affascina soprattutto chi è in cerca di emozioni forti, di intraprendere percorsi particolari come arrampicate su rocce, viaggi nel deserto, esplorazione di foreste e così via.

Ovviamente per intraprendere questa tipologia di vacanza, organizzata da tantissimi tour operator con guide organizzate, bisogna essere prima di tutto molto appassionati del genere e poi avere una preparazione fisica tale da sostenere i percorsi suggeriti.

Secondo le ultime indagini di Adventure Travel Trade Association, il turismo d'avventura negli ultimi anni ha avuto un vero e proprio boom.

In particolare, gli europei amano molto questa tipologia di vacanza, come dimostrano gli oltre 100 milioni di viaggi l'anno verso altri Paesi, che propongono avventure uniche e di nicchia.

Ovviamente, ricordiamo sempre che per affrontare questi viaggi è sempre bene contattare una guida esperta del luogo, tour operator specializzati e affidarsi a persone che sanno il fatto loro, per evitare rischi inutili e pericoli improvvisi.

E anche così mettere nel bagaglio il rischio, pur con tutti gli accorgimenti, ve lo dice uno che per 3 anni ha vissuto questa esperienza in Amazzonia.

Fonti: Nanopress; Leggo.it; RaiNews.

A. Ruggeri