La logica di noi umani non è Coccolino

A volte esistono verità differenti, viste da angolazioni opposte ma immerse nello stesso contesto. È il caso della guerra, oggi, con un'avanzata militare russa e la comprensibile preoccupazione da parte di Mosca che un eventuale cessate il fuoco possa essere sfruttato, come già accaduto in passato, dagli ucraini per riconquistare posizioni e territori, minando qualsiasi prospettiva concreta di fermare il conflitto.
Altre volte, la verità si divide in due metà, entrambe figlie di esperienze personali che portano con sé il peso di altri fattori. Pensiamo a Mariupol: da una parte il governo ucraino accusa l'esercito russo di omicidi durante l'occupazione; dall'altra, i residenti russofoni della città del Donbass denunciano l'esercito ucraino per averli usati come scudi umani e per aver aperto il fuoco sui civili.
Chi ha vissuto quegli anni racconta una storia diversa da quella ufficiale. "Si credevano i padroni della città. Per noi erano qualcosa di incomprensibile," dice qualcuno riferendosi al famigerato battaglione Azov, attivo negli otto anni precedenti la strage di Mariupol. In una zona a maggioranza russofona, il legame con Mosca non si è mai spezzato. "Noi non abbiamo cambiato le nostre convinzioni," afferma una donna. "E non riusciranno a imporci nulla."
Quando un giornalista le fa notare che gli ucraini stanno cercando di difendere proprio lei e la sua gente, lei risponde: "Sì, loro pensano di difendere il proprio Paese e la propria gente. Ma io non sono d'accordo." Un'altra donna urla: "Nella palazzina di mia madre entravano e sparavano alla gente." Indica un edificio annerito: "Abitavamo lì. Noi dei piani alti siamo stati mandati via. Da lì hanno cominciato a sparare all'impazzata." Difficile dire chi abbia ragione, quando si sentono solo le campane da una parte e le trombe dall'altra.
E poi ci sono casi in cui la verità è una bugia costruita con maestria, diretta da veri e propri registi dell'inganno, capaci di manipolare le menti con una falsa narrazione accuratamente confezionata.
Parlo di Bucha, ad esempio, ma anche delle proteste afroamericane negli Stati Uniti, dove gli stessi giornalisti che hanno filmato Bucha tre giorni dopo, con i corpi ancora per strada, mostravano anche metodi per simulare sanguinamenti al naso o alle orecchie in caso di scontri con la polizia — parte di un sistema organizzato per alterare la percezione dei fatti.
I meccanismi per manipolare la realtà esistono e funzionano maledettamente bene, soprattutto con menti deboli, abituate a credere che i propri vestiti saranno lavati meglio solo perché un orsacchiotto colorato e sorridente lo dice in uno spot pubblicitario.
"Quando esistono cose impossibili che non sono affrontabili con una logica umana, significa che qualcosa non è stata detta nel vaso giusto."
È un'immagine bellissima — come se la verità fosse un liquido travasato male, traboccato fuori o versato in un contenitore sbagliato. E quindi non si riesce a capirla, o addirittura si confonde con qualcos'altro.
Certo ho toccato un punto delicatissimo, me lo ha detto anche l'IA che non riesce a dimostrare perché una mamma credente, non seppellirebbe il proprio figlio per aspettare la BBC che lo filma mettendolo in un'insalata di morti discutibili.
Quando la logica non basta più,
quando le spiegazioni razionali si inceppano,
quando troppe cose "non tornano",
allora non è detto che la verità sia assente —
può darsi che sia solo mal raccontata o manipolata.
E noi siamo qui, con il nostro linguaggio limitato, i nostri strumenti imperfetti, a cercare di versare quel liquido in un vaso che lo possa contenere. E magari quel vaso, ancora, non esiste. Oppure esiste ma è invisibile.
Se volete, possiamo continuare su questa linea. Possiamo mettere in dubbio insieme, esplorare, ipotizzare. Senza dogmi. Solo con la sete di capire, e di sentire se qualcosa suona giusto o stonato. Dove vuoi che iniziamo?
L'importante è non frenare e censurare l'opinione intelligente degli altri, ma valutarne la possibile consistenza.
Masaniello Pasquino