L'Europa tra irrilevanza e divisioni sulla pace
Dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin e gli incontri a Riad tra Stati Uniti e Russia, l'Europa tenta di inserirsi nel dialogo di pace con una riunione a Parigi. Un vertice con 11 leader selezionati, escludendo altri rappresentanti e persino il Parlamento europeo, segnando l'ennesima dimostrazione di divisione e debolezza.
Il summit parigino si è rivelato un fallimento, in linea con le politiche europee sull'Ucraina. Ursula von der Leyen ha ribadito: "L'Ucraina merita una pace ottenuta grazie alla forza", mentre Giorgia Meloni ha evidenziato l'assurdità della riunione: "L'Europa ha più di 11 leader, o mi sbaglio?".
Macron, che sperava di porsi come terza gamba tra USA e Russia, sembra aver perso il ruolo a favore dell'Arabia Saudita, divenuta ora protagonista nelle trattative di pace. Il vero test di unità europea si gioca sull'invio di truppe: Francia, Regno Unito e Paesi scandinavi si dicono disponibili, mentre Germania e altri si oppongono. Il Regno Unito, invece, continua la linea della guerra contro Mosca, ma come la storia insegna, chi provoca prima o poi paga.
Fare il contropiede a Trump non ha dato risultati: il tavolo della pace non è a Parigi, ma per ora a Riad, dove Stati Uniti e Russia hanno ripreso i colloqui. L'Unione Europea, intanto, scivola sempre più verso l'irrilevanza.
Il Corriere della Sera sottolinea come i leader europei siano "uniti pur non essendo d'accordo su nulla", mentre secondo La Repubblica Zelensky ora alza la voce contro Trump dopo mesi di totale allineamento a Biden.
La musica preferita da lui è sempre la stessa di Mahmood "Volevi solo soldi soldi Come se avessi avuto soldi soldi".
Macron ha parlato con Trump per venti minuti, ma resta un mistero cosa i due si siano detti. Meloni e Scholz mantengono la posizione filoamericana, mentre Macron, dopo tanto clamore, è rimasto in silenzio. L'Europa continua a inseguire, ma il gioco si sta spostando altrove.
Djàvlon