Lùcia e Paulo Tarso

02.04.2025

Questo articolo sarà scritto in due lingue, italiano e portoghese del Brasile, come omaggio a una coppia straordinaria e al messaggio che mi è stato inviato da Paolo di Tarso – San Paolo, l'apostolo delle genti, chiamatelo come preferite – mettendo sul mio cammino sia Paulo Tarso Flecha de Lima che San Giovanni Paolo II.

Português (Brasil):
Este artigo será escrito em dois idiomas, italiano e português do Brasil, como uma homenagem a um casal extraordinário e à mensagem que me foi enviada por Paulo de Tarso – São Paulo, o apóstolo dos gentios, chamem-no como preferirem – colocando em meu caminho tanto Paulo Tarso Flecha de Lima quanto São João Paulo II.

Oggi, 2 aprile, sono otto anni che ho perso un'amica, moglie di un amico. Erano tra le persone che più ho rispettato in Brasile.

Li chiamo amici perché, nelle poche occasioni in cui ci siamo incontrati, mi hanno sempre trattato così. Erano persone speciali e non per caso: Lúcia Flecha de Lima è stata un'ambasciatrice brasiliana ammirata da tutti coloro che l'hanno conosciuta, mentre Paulo Tarso Flecha de Lima è stato – e sarà sempre, nella mia memoria – una delle figure più importanti che abbia mai incontrato in Brasile.

Paulo scomparso il 12 luglio 2021, dopo quindici anni difficili segnati dalla perdita del figlio, Paulo Tarso Jr., e da problemi di salute, tra cui la gotta. È morto a 88 anni a causa di una setticemia provocata da un'infezione urinaria.

Lúcia è mancata a 76 anni per un tumore all'utero contro cui lottava da un anno. Proprio nello stesso giorno e mese della morte di San Giovanni Paolo II. È stata amica – forse l'unica vera – della principessa Diana del Galles. Con Paulo, che ha amato profondamente, ha avuto cinque figli: Isabel, João Pedro, Beatriz, Luiz Antônio e Paulo Tarso Jr., scomparso nel 2000. Oltre ad aver ricoperto il ruolo di segretaria al Turismo del Distretto Federale, ha presieduto la Casa do Candango, un'istituzione benefica che si occupa di 300 bambini in difficoltà, e il Lar São José, una casa di riposo per anziani a Brasilia. Negli anni '90, Lúcia divenne celebre proprio per la sua amicizia con Lady Diana.

Durante la visita del presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, in Brasile nel 2000, Lúcia mi chiese di spingere la sedia a rotelle di Paulo Tarso. Scherzò dicendo che ero più forte. Le risposi che per me era un onore comparire in una foto accanto a lui. Mi ringraziò almeno dieci volte, ma in realtà ero io che dovevo ringraziarla per quel momento: per la prima volta, stavo facendo qualcosa per loro.

Oggi, il mondo sentirebbe la mancanza di Paulo Tarso come mediatore. È stato un negoziatore straordinario e, in Iraq, salvò la vita a più di 500 brasiliani.

Alla fine di agosto del 1990, era in vacanza nel sud della Francia quando fu richiamato dal Ministero degli Esteri per condurre le trattative che avrebbero garantito la liberazione di centinaia di brasiliani residenti in Iraq. Il governo di Saddam Hussein minacciava di usarli come scudi umani per impedire un possibile attacco degli Stati Uniti, nel contesto di quella che sarebbe diventata la Guerra del Golfo. Flecha de Lima fu scelto per la missione grazie ai suoi contatti con le autorità irachene e di altri paesi arabi.

L'allora presidente del Brasile, Fernando Collor de Mello, arrivò persino a criticare pubblicamente Saddam Hussein accanto a George H. W. Bush a New York. Seguendo le indicazioni dei servizi segreti, il presidente ad interim, Itamar Franco, ordinò a Flecha de Lima di imbarcare i brasiliani già in possesso di un visto di uscita. Ma l'ambasciatore, che voleva garantire il rimpatrio di tutti e sapeva che non sarebbero stati uccisi, rifiutò di partire prima che l'ultimo brasiliano fosse al sicuro.

Condusse le trattative in inglese con Hussein Kamel-Hassan, genero di Saddam Hussein e allora ministro della Produzione Militare. Argomentò che l'Iraq stava punendo cittadini di un paese amico, ma Kamel-Hassan replicò sostenendo che il Brasile non fosse un alleato affidabile, viste le dichiarazioni del governo brasiliano. Tuttavia, Flecha de Lima riuscì a concludere le negoziazioni con i vicepresidenti iracheni, Sabri Hamadi e Taha Yassin Ramadan.

Una volta raccontò che gli fu suggerito di lasciare l'Iraq, poiché la sua permanenza rappresentava un grande rischio. La sua perdita sarebbe stata irreparabile. Ma la sua risposta fu categorica: sarebbe partito solo dopo che l'ultimo brasiliano fosse tornato a casa.

L'operazione logistica ebbe anch'essa risvolti significativi. "La Varig si rifiutò di deviare un aereo dall'Europa per prelevare i brasiliani. Così noleggiai personalmente aerei della Iraq Airways. Fu un incubo, perché il Tesoro americano aveva già bloccato i conti degli iracheni. Concordammo il pagamento, ma la banca Manufacturers Hanover Trust si rifiutò di trasferire il denaro, ritardando l'operazione. Non ci pensai due volte: andai pubblicamente a denunciare che la colpa era della banca. Alla fine, ce l'abbiamo fatta", raccontò.

"Tornai in Brasile il 12 ottobre 1990, giorno di Nostra Signora Aparecida. Credo sia stata la prima volta che un diplomatico brasiliano tornò in patria e trovò diecimila persone ad attenderlo all'aeroporto", disse con emozione.

Nel corso della sua carriera diplomatica, Flecha de Lima passò attraverso quasi tutto il prestigioso "Circuito Elizabeth Arden", che nel mondo diplomatico si riferisce alle ambasciate situate in capitali di grande rilievo culturale, politico ed economico, come Roma, Parigi, Londra e Washington. Il termine deriva dal glamour della cosmetologa Elizabeth Arden, le cui borse della spesa erano sempre piene delle più celebri griffe di queste città.

Conobbi Paulo Tarso all'Ambasciata d'Italia a Roma nel 1999, durante una visita per discutere questioni legate alla comunità italiana di San Paolo insieme a un gruppo del MCL. Lo rividi nel 2000 durante la visita del presidente Ciampi in Brasile, agli eventi di San Paolo, Rio de Janeiro e Brasilia. In quell'occasione, rappresentai il Comites di San Paolo come vicepresidente, in assenza del presidente Pieroni. Ci incontrammo di nuovo a Roma altre tre volte durante il Grande Giubileo di Giovanni Paolo II e alla Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo.

Fu un rapporto a distanza, ma sono state proprio relazioni come quella con lui, con Lúcia e con San Giovanni Paolo II a cambiare molte cose dentro di me.

Oggi ho voluto ricordarli in questo articolo. Molte delle responsabilità che assumerò nei viaggi che lanceremo alla Camera dei Deputati il 10 aprile nascono da queste connessioni a distanza con Lúcia e Paulo Tarso, ispirate da San Giovanni Paolo II. E ora queste iniziative si realizzano con il supporto di agenzie di viaggio, istituzioni di diversi paesi e il sostegno di aziende cattoliche, ortodosse, cristiane ed evangeliche di varie denominazioni.

Caminhos de Paulo è un progetto di turismo culturale e religioso promosso dall'Associazione Giornalisti Italiani Associati (GIA) in collaborazione con deputati eletti in America del Sud e tour operator di Brasile, Argentina e Stati Uniti. L'obiettivo è valorizzare il patrimonio storico, artistico e spirituale dei luoghi legati al viaggio dell'apostolo Paolo, incentivando il turismo e rafforzando il legame tra pellegrini e territori di grande rilevanza culturale.

Le principali tappe del percorso includono destinazioni in Sicilia, Calabria, Campania e Lazio, con visite a Siracusa, Reggio Calabria, Napoli e Roma, sulle orme dell'apostolo Paolo. L'itinerario offre un'esperienza unica che unisce spiritualità, cultura e natura.

I viaggiatori avranno l'opportunità di visitare siti archeologici, chiese e luoghi storici legati alla figura di San Paolo, vivendo un'esperienza arricchente che combina fede e conoscenza. Il progetto mira inoltre a rafforzare l'identità culturale e religiosa dell'Italia, creando nuove opportunità economiche per le comunità locali.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito: www.camminidipaolo.it.

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Português do Brasil

Hoje, 2 de abril, fazem oito anos que perdi uma amiga, esposa de um amigo. Eles estavam entre as pessoas que mais respeitei no Brasil.

Chamo-os de amigos porque, nas poucas ocasiões em que nos encontramos, sempre me trataram assim. Eram pessoas especiais, e não por acaso: Lúcia Flecha de Lima foi uma embaixadora brasileira admirada por todos que a conheceram, enquanto Paulo Tarso Flecha de Lima foi – e sempre será, em minha memória – uma das figuras mais importantes que já conheci no Brasil.

Paulo faleceu em 12 de julho de 2021, após quinze anos difíceis marcados pela perda do filho, Paulo Tarso Jr., e por problemas de saúde, incluindo gota. Morreu aos 88 anos devido a uma septicemia causada por uma infecção urinária.

Lúcia faleceu aos 76 anos, vítima de um câncer no útero contra o qual lutava há um ano. Justamente no mesmo dia e mês da morte de São João Paulo II. Foi amiga – talvez a única verdadeira – da princesa Diana de Gales. Com Paulo, a quem amou profundamente, teve cinco filhos: Isabel, João Pedro, Beatriz, Luiz Antônio e Paulo Tarso Jr., falecido em 2000. Além de ter ocupado o cargo de secretária de Turismo do Distrito Federal, presidiu a Casa do Candango, uma instituição beneficente que cuida de 300 crianças em situação de vulnerabilidade, e o Lar São José, um asilo em Brasília. Nos anos 90, Lúcia tornou-se célebre justamente por sua amizade com Lady Diana.

Durante a visita do presidente da República Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ao Brasil em 2000, Lúcia me pediu para empurrar a cadeira de rodas de Paulo Tarso. Brincou dizendo que eu era mais forte. Respondi que, para mim, era uma honra aparecer em uma foto ao lado dele. Ela me agradeceu pelo menos dez vezes, mas, na realidade, era eu quem deveria agradecê-la por aquele momento: pela primeira vez, eu estava fazendo algo por eles.

Hoje, o mundo sentiria falta de Paulo Tarso como mediador. Ele foi um negociador extraordinário e, no Iraque, salvou a vida de mais de 500 brasileiros.

No final de agosto de 1990, estava de férias no sul da França quando foi convocado pelo Ministério das Relações Exteriores para conduzir as negociações que garantiriam a liberação de centenas de brasileiros residentes no Iraque. O governo de Saddam Hussein ameaçava usá-los como escudos humanos para impedir um possível ataque dos Estados Unidos, no contexto do que se tornaria a Guerra do Golfo. Flecha de Lima foi escolhido para a missão graças aos seus contatos com autoridades iraquianas e de outros países árabes.

O então presidente do Brasil, Fernando Collor de Mello, chegou a criticar publicamente Saddam Hussein ao lado de George H. W. Bush em Nova York. Seguindo as orientações dos serviços de inteligência, o presidente interino, Itamar Franco, ordenou a Flecha de Lima que embarcasse os brasileiros que já possuíssem visto de saída. Mas o embaixador, que queria garantir o repatriamento de todos e sabia que não seriam mortos, recusou-se a partir antes que o último brasileiro estivesse em segurança.

Conduziu as negociações em inglês com Hussein Kamel-Hassan, genro de Saddam Hussein e então ministro da Produção Militar. Argumentou que o Iraque estava punindo cidadãos de um país amigo, mas Kamel-Hassan retrucou, alegando que o Brasil não era um aliado confiável, dado as declarações do governo brasileiro. No entanto, Flecha de Lima conseguiu concluir as negociações com os vice-presidentes iraquianos, Sabri Hamadi e Taha Yassin Ramadan.

Certa vez, contou que lhe sugeriram deixar o Iraque, pois sua permanência representava um grande risco. Sua perda seria irreparável. Mas sua resposta foi categórica: só partiria depois que o último brasileiro estivesse de volta para casa.

A operação logística também teve desafios significativos. "A Varig se recusou a desviar um avião da Europa para buscar os brasileiros. Então, aluguei pessoalmente aviões da Iraq Airways. Foi um pesadelo, pois o Tesouro americano já havia bloqueado as contas dos iraquianos. Concordamos com o pagamento, mas o banco Manufacturers Hanover Trust recusou-se a transferir o dinheiro, atrasando a operação. Não pensei duas vezes: fui publicamente denunciar que a culpa era do banco. No fim, conseguimos", relatou.

"Voltei ao Brasil em 12 de outubro de 1990, dia de Nossa Senhora Aparecida. Acho que foi a primeira vez que um diplomata brasileiro voltou ao país e encontrou dez mil pessoas esperando por ele no aeroporto", disse emocionado.

Ao longo de sua carreira diplomática, Flecha de Lima percorreu quase todo o prestigiado "Circuito Elizabeth Arden", termo usado no mundo diplomático para referir-se às embaixadas situadas em capitais de grande relevância cultural, política e econômica, como Roma, Paris, Londres e Washington.

Conheci Paulo Tarso na Embaixada da Itália em Roma em 1999, durante uma visita para discutir questões relacionadas à comunidade italiana de São Paulo junto a um grupo do MCL. Reencontrei-o em 2000 durante a visita do presidente Ciampi ao Brasil, nos eventos de São Paulo, Rio de Janeiro e Brasília. Nosso contato foi a distância, mas relações como essa, com ele, com Lúcia e com São João Paulo II, mudaram muitas coisas dentro de mim.

Hoje, quis lembrá-los neste artigo. Muitas das responsabilidades que assumirei nas viagens que lançaremos na Câmara dos Deputados em 10 de abril nascem dessas conexões inspiradas por eles. E agora essas iniciativas se realizam com o apoio de agências de viagem, instituições de diversos países e empresas cristãs de diferentes denominações.

Caminhos de Paulo é um projeto de turismo cultural e religioso promovido pela Associação de Jornalistas Italianos Associados (GIA) em colaboração com deputados eleitos na América do Sul e operadoras de turismo do Brasil, Argentina e Estados Unidos. O objetivo é valorizar o patrimônio histórico, artístico e espiritual dos locais relacionados às viagens do apóstolo Paulo, incentivando o turismo e fortalecendo o vínculo entre peregrinos e territórios de grande relevância cultural.

As principais etapas do percurso incluem destinos na Sicília, Calábria, Campânia e Lácio, com visitas a Siracusa, Reggio Calabria, Nápoles e Roma, seguindo os passos do apóstolo Paulo. O itinerário oferece uma experiência única que une espiritualidade, cultura e natureza.

Os viajantes terão a oportunidade de visitar sítios arqueológicos, igrejas e locais históricos relacionados à figura de São Paulo, vivendo uma experiência enriquecedora que combina fé e conhecimento. O projeto também busca fortalecer a identidade cultural e religiosa da Itália, criando novas oportunidades econômicas para as comunidades locais.

Mais informações estão disponíveis no site: www.camminidipaolo.it.

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