Marlon Brando, Padrino o Eroe?
Oggi ricorre il 52º anniversario di uno dei gesti più clamorosi nella storia degli Oscar e, più in generale, dell'industria cinematografica. Il 27 marzo 1973, Marlon Brando vinse l'Oscar come miglior attore per la sua leggendaria interpretazione ne Il Padrino. Ma non si presentò alla cerimonia. Non si prese nemmeno il disturbo di uscire di casa. Al suo posto inviò Sacheen Littlefeather (Piccola Piuma), un'attivista di origini apache e yaqui, incaricandola di leggere un discorso in cui rifiutava il premio per denunciare la discriminazione e il maltrattamento dei nativi americani da parte dell'industria cinematografica e della società statunitense.
Quel gesto scatenò reazioni contrastanti: alcuni lo applaudirono come un atto di coraggio, altri lo criticarono aspramente. Ma la protesta di Brando non era un semplice atto di ribellione: era una denuncia contro un'ingiustizia che affondava le sue radici nei secoli. Il genocidio dei nativi americani – noto anche come genocidio indiano, Olocausto americano (Indian Holocaust, American Holocaust) o catastrofe demografica dei nativi – fu un evento devastante che portò alla scomparsa di intere comunità e a un drammatico calo della popolazione indigena a causa delle epidemie introdotte dai colonizzatori, delle guerre di conquista, della perdita di terre, del cambiamento forzato dello stile di vita e, in molti casi, dello sterminio deliberato. Si stima che tra i 55 e i 100 milioni di nativi siano morti dall'arrivo degli europei alla fine del XV secolo fino alla fine del XIX.
Oggi, mentre ci affrettiamo a definire Putin un invasore, dovremmo ricordare anche ciò che noi abbiamo fatto nei secoli. E non solo nel passato remoto, ma anche in epoche molto più vicine a noi, come nella ex Jugoslavia. La storia è fatta di conquiste e sopraffazioni, di giustizia tardiva e di verità scomode. Forse, prima di puntare il dito sugli altri, dovremmo interrogarci su quanta memoria conserviamo delle nostre responsabilità.
Otto volte candidato al Premio Oscar, Marlon Brando vinse la statuetta per Fronte del porto e Il Padrino, rifiutandosi di ritirarla per quest'ultimo.
I suoi film, visti all'epoca da oltre 800 milioni di spettatori – un record nella storia del cinema americano – continuano a riscuotere grande successo e alcuni sono considerati autentici cult. Il suo stile recitativo ha ispirato generazioni di attori, tra cui James Dean, Paul Newman, Al Pacino, Jack Nicholson, Robert De Niro, Dustin Hoffman, Johnny Depp, Robert Duvall e Gene Hackman.
Oltre che attore straordinario, Brando fu un attivista impegnato in numerose cause, tra cui il movimento per i diritti civili degli afroamericani, che lo vide partecipare attivamente alla marcia su Washington nel 1963.
Scomparso nel 2004 all'età di 80 anni, Brando è uno dei tre attori – insieme a Charlie Chaplin e Marilyn Monroe – inseriti dalla rivista Time tra «i 100 personaggi più influenti del secolo» nel 1999, anno in cui fu anche definito l'"attore del secolo". Nel 1998, l'American Film Institute lo classificò al quarto posto tra le più grandi star della storia del cinema.
"Negli ultimi 80 anni, l'Europa ha evitato di provocare grandi guerre, anche grazie alla scelta di non armare paesi come la Germania e altri con un passato guerrafondaio. Ora stiamo tornando su quella strada: non ci sono bastati il 1915-18 e il 1939-45, quando siamo arrivati a un passo dall'autodistruzione?"
Grazie Marlon Brando