Nuova Bucha, nuove Bugie

15.04.2025
Foto a Sumy dopo l'esplosione
Foto a Sumy dopo l'esplosione

Torno a provare quella sensazione già vissuta ai tempi di Bucha: la sensazione che ci si trovi davanti a una nuova montatura mediatica per prolungare la guerra. Il presunto bombardamento russo a Sumy con munizioni a grappolo sembra più una bufala che un fatto confermato, proprio come accadde con Bucha. I media italiani, ancora una volta, rilanciano acriticamente la versione ucraina: "Strage della Domenica delle Palme, colpiti civili diretti a messa".

Ma i fatti raccontano altro. L'attacco avrebbe colpito il centro congressi dell'Università di Sumy, dove si celebrava l'anniversario della 117ª brigata della TRO ucraina. Le esplosioni sono compatibili con missili Iskander-M ad alto potenziale, non con munizioni a grappolo, il cui effetto è ben diverso e visibile (numerose piccole esplosioni e fori). Anche l'immagine del filobus distrutto usata dai media non mostra i tipici danni di una bomba a grappolo.

Inoltre, diversi elementi confermano la presenza militare nel centro colpito, inclusi video e veicoli con segni tattici. La deputata ucraina Bezuglaja ha ammesso che lì si teneva una premiazione militare e ha criticato apertamente i comandi ucraini per aver scelto un luogo civile, mettendo in pericolo la popolazione. Anche altri funzionari ucraini hanno puntato il dito contro le autorità locali per aver trasformato una cerimonia militare in una tragedia.

Nonostante ciò, Zelenskij e i media occidentali usano l'evento per accusare la Russia di terrorismo. I leader europei si accodano con dichiarazioni indignate, ignorando il contesto e le responsabilità ucraine. Nessuno tra i grandi media italiani si prende la briga di indagare o sollevare dubbi, come se ogni critica alla versione ufficiale fosse tabù.

Ancora una volta, si punta a bloccare ogni possibilità di negoziato e a prolungare un conflitto che, a quanto pare, fa comodo a molti. E come sempre, a pagarne il prezzo sono i civili.

Strano però che a Gaza avvengano bombardamenti, questi non su obiettivi militari e nessuno ne parli.

"Povera gente, ucraina, russa, israeliana, palestinese o libanese… Quello che mi preoccupa di più sono quelli che fanno il tifo per la guerra, che spingono verso più morti e distruzione senza sapere davvero cosa stanno facendo, dimenticando le parole di quell'uomo morto sulla croce che ci ha insegnato a non percorrere questa strada. Possibile che non impariamo mai?"

Djàvlon