Obbligo tappi attaccati alle bottiglie

04.07.2024
Murale realizzato con 200mila tappi in Venezuela
Murale realizzato con 200mila tappi in Venezuela

Alcuni la chiamano "rivoluzione ecologica" altri "complicazione burocratica", insomma adesso sappiamo che quei tappi attaccati e che non riusciamo a dividere dalle bottiglie di plastica sono li per legge, che a tutti gli effetti è entrata in vigore ieri in tutta Europa.

Infatti proprio ieri , 3 luglio 2024, è scattato in tutta l'Unione Europea l'obbligo di dotare le bottiglie di plastica di un tappo agganciato (tethered cap), anche dopo essere stato svitato e sollevato, in modo da non disperderlo nell'ambiente. La normativa, che affonda le sue radici nella Direttiva UE 2019/904, rappresenta una delle numerose iniziative messe in campo dall'Europa per combattere l'inquinamento da plastica, una piaga che affligge i nostri mari e le nostre terre (come dicono loro). Ma mentre i promotori parlano di una rivoluzione ecologica e una vera e propria svolta epocale per l'ambiente, le critiche non mancano, soprattutto da parte di chi vede in questa misura l'ennesima complicazione burocratica, ma anche e soprattutto per persone anziane e bambini che già negli ultimi tempi trovano la cosa abbastanza complicata versando il liquido sia su se stessi che nell'ambiente.

Attenzione anche noi siamo contro la plastica e il danno che provoca, ma perché allora non fermarne l'intera produzione, modificando il materiale per questo tipo di prodotti? Riducendo l'uso di plastica monouso. 

Alcuni altri paesi e blocchi nel mondo stanno mettendo in atto altre misure, come il divieto di vendita di posate, piatti e cannucce di plastica, sportine nei supermercati, ritorno al vetro e a nuovi involucri. 

Il futuro del packaging deve essere sempre più orientato verso materiali alternativi e soluzioni sostenibili. Alla fine i grandi produttori di plastica sono i primi villani e non solo i consumatori.

Innovazioni importanti nel campo del packaging biodegradabile sono all'ordine del giorno, e molte aziende esplorano quotidianamente nuove tecnologie per ridurre l'impatto ambientale provocato dalla plastica.

Ricordiamo che solo le aziende legate a marchi importanti di acqua e bibite rispondono per l'inquinamento da bottiglie piccole o grandi di plastica per circa il 70%, ridurre queste quantità offrendo prodotti biodegradabili taglierebbe la testa al toro.

Obbligare la raccolta dei rifiuti distruttivi, sarebbe un'altra soluzione, ma alcuni pensano che svolta epocale è. attaccare i tappi alle bottiglie, per noi la svolta epocale sarà eliminare la plastica da questi involucri ... STOP.

Sima tutti d'accordo che ridurre significativamente la quantità di plastica dispersa nell'ambiente è importante

Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente, ogni anno finiscono negli oceani milioni di tonnellate di plastica, causando gravi danni alla fauna marina e agli ecosistemi, ma allora perché non prendere il toro per le corna?

Prendere in giro le persone riducendo solo il numero di tappi che finiscono nell'ambiente, mi sembra una scusa per dire che i produttori stanno facendo qualcosa, ma dire che questo salverà gli ecosistemi marini è una vera pagliacciata

Inoltre, la plastica, una volta nell'ambiente, tende a frammentarsi in particelle sempre più piccole chiamate microplastiche, che sia una bottiglia o un tappo. Queste microplastiche possono essere ingerite da una vasta gamma di organismi marini, entrando così nella catena alimentare e accumulandosi nei tessuti degli animali con chiari effetti negativi non solo sulla fauna marina, ma anche sugli esseri umani, poiché le microplastiche possono arrivare fino ai nostri piatti attraverso il consumo di pesce e frutti di mare.

E allora perché non modificare anche solo il materiale con cui sono fatti i tappetti?

Insomma la battaglia è all'inizio e come per la raccolta differenziata, siamo noi cittadini chiamati a doverci adattare a soluzioni, invece di obbligare i produttori a farlo. Qui noi ad esempio facciamo la differenziata poi loro la buttano tutta assieme.

Perché le grandi imprese non raccolgono la plastica? Ma la fanno raccogliere ai cittadini e amministrazioni pubbliche? Certo a Reggio Calabria questo sembra difficile da realizzare, bisogna insegnare ai cittadini che la spazzatura deve essere raccolta nella maniera giusta e all'impresa preposta alla raccolta che questa deve essere fatta correttamente, magari tagliando lo stipendio agli amministratori e i compensi alle imprese. 

Ok al tappetto che mi fa sgocciolare il prodotto, ma sono le imprese che producono e ci vendono l'acqua e le bibite che devono trovare le soluzioni, alla fine chi guadagna vere fortune sono loro.

Djàvlon