Panem et circenses

23.12.2024

"Panem et circenses" ai tempi di Reggio Calabria: tra droni e montagne di spazzatura

L'antico adagio romano "panem et circenses" sembra rivivere oggi a Reggio Calabria, dove il pane promesso si trasforma in spettacoli grandiosi ma effimeri. Una città in difficoltà, ultima nella qualità della vita in Italia, diventa il palcoscenico per eventi di alto profilo: sia nella festa della Madonna della Consolazione con Fedez, sia al capodanno con J-Ax, Arisa, Clementino, i Ricchi e Poveri, Donatella Rettore, Cristiano Malgioglio, Nino Frassica, Diodato, Alex Britti, Anna Oxa, Patty Pravo, Big Mama, Sal Da Vinci, Rettore, Romina Power, Ermal Meta, Leo Gassman, Sandy Marton e Los Locos che sono solo alcuni dei nomi che illuminano il Capodanno Rai e altri spettacoli finanziati con grandi somme.

Tuttavia, mentre questi eventi garantiscono poche ore di svago (o pochi minuti, nel caso dei droni), le questioni strutturali restano irrisolte. Montagne di spazzatura invadono le strade, i trasporti extraurbani sono inesistenti, le strade sono piene di buche, e la sanità locale arranca tra carenze e difficoltà. I cittadini si trovano a fare i conti con stipendi bassi, servizi inesistenti e un mercato del lavoro stagnante.

La disparità tra ciò che si spende per queste manifestazioni e la realtà quotidiana della città è sconcertante. Quasi la totalità dei finanziamenti, il 99%, arriva dalla Regione Calabria e dal governo centrale (che poi sono anche i nostri soldi pagati in tasse), ma il Comune e la maggioranza locale sembrano prendersi il merito, dichiarando: "Non guardiamo le cose con i paraocchi. I cittadini sono contenti, i bambini si divertono, dovremmo ringraziare chi di dovere per il lavoro svolto".

Ecco dunque che si materializza l'antica Roma di Nerone, dove il popolo veniva distratto con spettacoli per dimenticare la propria condizione. Gli applausi e la meraviglia per i droni e i concerti non cancellano però il disagio di chi vive una realtà fatta di disservizi e difficoltà quotidiane. Alla fine, "panem et circenses" si traduce in poco più di un palliativo, una cortina di fumo che nasconde le vere priorità che una città metropolitana dovrebbe affrontare con urgenza.

Djàvlon