Piazza del Popolo: tra responsabilità dimenticate e scelte discutibili

13.01.2025

State cercando deliberatamente di alienarvi la fiducia dei reggini più vulnerabili? Desiderate forse alimentare un malcontento tale da sfociare in una protesta popolare? Qual è il vostro reale obiettivo?

La vicenda di Piazza del Popolo a Reggio Calabria è emblematica di una gestione amministrativa che scarica le proprie responsabilità su cittadini e "circostanze esterne".

Dopo anni di governo da parte della stessa coalizione, una lettera di Italia Viva – componente della maggioranza comunale – dipinge un quadro di degrado e illegalità della piazza, quasi come se non fosse stato loro compito affrontare e risolvere questi problemi nel corso di un decennio.

Il mercato storico, una volta cuore pulsante dell'economia locale e punto di riferimento, negli ultimi anni, per fasce di popolazione meno abbienti, è stato lasciato degradare.

La piazza è di tutti i reggini come scrivono anche esponenti del Pd e non di qualcuno in particolare, ed è proprio per questo che bisogna chiedere ai reggini cosa vogliono farne. 

L'accusa, rivolta a venditori "abusivi" e a situazioni di incuria, scritte nella nota sia di Italia Viva come del PD locale, inviate alla stampa, non possono distogliere l'attenzione da un punto chiave: l'amministrazione aveva ed ha la responsabilità di regolamentare e garantire decoro, sicurezza e legalità, coinvolgendo tutte le parti interessate, che siano rappresentanti politici o persone direttamente interessate come ambulanti o venditori abusivi, non oggi ma negli ultimi dieci anni.

Tre giorni fa un ambulante vincitore del bando nel 2018, che avrebbe assegnato i posti al mercato della piazza, ha minacciato di darsi fuoco cospargendosi di benzina, dopo aver bloccato il traffico. È salvo ma cosa dobbiamo aspettarci ancora, e di questo bando cosa si sa?

La decisione di chiudere il mercato, giustificata con il desiderio di trasformare la piazza in un luogo dedicato a eventi culturali e sportivi, solleva molti interrogativi anche se in questo sito, utilizzato in passato per i saggi ginnici e le gare di pattinaggio, si è disputata al principio degli anni trenta la prima partita di pallacanestro cittadina.

Ma si può davvero parlare di inclusività e rinascita culturale in una città metropolitana dove i trasporti pubblici sono carenti, specialmente la sera e nei fine settimana? Dove una fetta significativa della popolazione è economicamente svantaggiata e ha bisogno di mercati a basso costo?

Dove le montagne di spazzatura, non esistono solo nel mercato, ma in tutta la città.

A ciò si aggiunge il nodo dei parcheggi e della mobilità. La trasformazione della piazza presuppone la capacità di accogliere flussi di visitatori per eventi culturali, ma l'attuale situazione non sembra rispondere a questa esigenza. 

O diventa il parcheggio o l'area di eventi, che necessita poi di parcheggi!

Nonostante l'esistenza di aree parcheggio attuali e future come il Ce.Dir, il parcheggio sotto il Viadotto del Raccordo Autostradale o il futuro parcheggio a Palazzo di Giustizia, oggi solo con i pochi parcheggi rimasti vicini al piazzale della Libertà, riqualificato e dove il parcheggio è diventato una rotonda e una fontana, oggi piazza Mino Reitano, a Reggio Calabria rimangono il Porto, funzionale ma piccolo e Pentimele grande ma senza illuminazione, trasporti regolari e sicurezza. Reggio manca di una rete di trasporto pubblico integrata che consenta ai cittadini, soprattutto nelle ore serali e nei fine settimana, di accedere agevolmente al centro città, lasciando a custodia delle auto, agenti di sicurezza efficaci. Senza un piano che colleghi efficacemente queste infrastrutture al centro, la fruibilità degli spazi culturali, museo, corso, via marina, resterà limitata e una nuova piazza eventi non migliorerà certamente la situazione.

Ma poi i parcheggi non servono se la Città Metropolitana analizzasse l'opportunità presente in tutta Italia di trasporti extraurbani a tutte le ore del giorno e della notte in tutti i giorni settimanali e festivi, chiaramente pubblicizzati a dovere, specialmente ora che le multe per guida in stato di ebrezza, sono durissime.

Le dichiarazioni dell'amministrazione appaiono paradossali. Si accusano gli abusivi di essere la causa del degrado, ma non si spiega perché il Comune non abbia mai intrapreso azioni efficaci per regolarizzare i venditori o riqualificare l'area. Inoltre, l'idea di spostare i venditori in altre zone mercatali non risolve il problema: i presunti abusivi, già etichettati come irregolari, difficilmente avranno i requisiti richiesti, e poi avete chiesto a quelli delle altre zone mercatali, se sono d'accordo?

È facile proclamare che "i fatti sono questi", ma i fatti indicano anche che l'amministrazione non è riuscita a intervenire in modo tempestivo ed efficace. Le soluzioni proposte sembrano più dettate dall'urgenza di placare il malcontento che da una reale pianificazione strategica.

Per l'amministrazione, la realtà dei fatti, è quella da loro proclamata e qualsiasi altra interpretazione è da intendere esclusivamente come una polemica strumentale e velleitaria, la verità insomma è solo loro, e qualsiasi istituzione responsabile, che ricopra essa un ruolo di maggioranza o di opposizione nel governo della cosa pubblica deve adeguarsi.

"Insomma, la ragione è loro, contro l'illegalità e il degrado perché i fatti sono ostinati, incontrovertibili ed evidenti, e BASTA".

Ma questa logica espressa nella nota, ci ricorda il periodo in cui Piazza del Popolo è stata inaugurata, un'epoca dove l'opposizione non poteva manifestarsi o in ogni caso se era contro "non faceva un buon servizio alla comunità" come la nota sopracitata di Italia Viva chiude.

Piazza del Popolo merita un futuro che non sacrifichi la sua funzione storica e sociale. Gli eventi culturali e sportivi possono coesistere con un mercato regolamentato, se solo ci fosse la volontà di dialogare con la cittadinanza e adottare politiche lungimiranti. Un intervento di riqualificazione che ignori le necessità pratiche, come la mobilità e il supporto alle fasce più deboli, non può essere considerato una soluzione, ma un'altra occasione mancata.

Poi la nostra città è qualcosa di più della somma delle sue infrastrutture e degli eventi. Reggio oltrepassa i mattoni e la malta, il cemento e l'acciaio, la moderna decorazione, Fedez o Bennato, Lei è la somma di spazi in cui viene riversata, oltre alla sua storia, la conoscenza umana, i ricordi, i rumori, le emozioni. 

Reggio deve vivere, avere mercati e trasporti per tutti, pulizia, gestione idrica, insomma organizzazione diaria, per questo ci sono gli amministratori. È a loro che compete l'onere e la responsabilità, a noi cittadini il diritto di reclamare. 

Ascoltare i cittadini è la prima opera pubblica che un'amministrazione intelligente dovrebbe fare, perché Reggio è dei suoi cittadini e non del sindaco di turno.

Djàvlon

Ps.. Piazza del Popolo non è solo stata la piazza del Mercato, ospitò nel 1939 un comizio di Mussolini in occasione della sua visita in città; qui, da un pulpito in pietra, tenne un discorso alla popolazione. Oggi, sono ancora presenti i pilastri in cemento che all'epoca sorreggevano le bandiere, ricoperti di marmo bianco e decorati con rilievi e scritte propagandistiche.

Fonte: Turismo Reggio Calabria