Raffaello Sanzio l'uomo del 6 aprile

06.04.2025

Per chi non lo sapesse, il 6 aprile 1483 nacque uno dei maggiori pittori italiani: Raffaello Sanzio. La particolarità è che morì giovane, a 37 anni, il 6 aprile 1520

Insomma l'uomo del 6 aprile.

Ma se calcoliamo la sua opera innovativa e spettacolare, Raffaello sembra aver vissuto per oltre 100 anni.

Pittore e architetto, figlio di Giovanni Santi, Raffaello fu inizialmente influenzato dalla corte urbinate e poi dalla bottega del Perugino, dove assimilò lo stile e la costruzione spaziale rinascimentale. Le sue prime opere mostrano l'influenza del maestro, ma anche già una ricerca personale verso l'equilibrio e la perfezione.

Nel 1504 si trasferì a Firenze dove studiò Leonardo, Michelangelo e fra Bartolomeo. In quegli anni si dedicò al tema della Madonna con Bambino, raggiungendo un ideale di armonia formale e naturalezza, evidente in opere come la Madonna del Granduca o la Madonna del cardellino. Si affermò anche come ritrattista con dipinti come La muta e i ritratti dei Doni.

Nel 1508 fu chiamato a Roma da papa Giulio II per affrescare le Stanze Vaticane, imponendosi con capolavori come la Scuola di Atene e la Disputa del Sacramento. Affiancò all'attività pittorica quella architettonica, subentrando a Bramante come architetto di San Pietro. Tra il 1511 e il 1514 realizzò opere monumentali come la Madonna di Foligno, il Trionfo di Galatea, e il Profeta Isaia.

Con l'avvento di Leone X, Raffaello si fece interprete del gusto classicista della corte pontificia, contribuendo allo sviluppo di un nuovo linguaggio artistico fondato sulla classicità. In questi anni delegò sempre più l'esecuzione delle opere alla sua bottega, pur continuando a fornire disegni e idee originali. Progettò anche architetture come la cappella Chigi e lavorò agli arazzi per la Cappella Sistina.

Nel campo decorativo introdusse soluzioni innovative ispirate all'antichità romana, visibili nelle Logge Vaticane e nella Loggia di Psiche. Il suo stile influenzò profondamente l'arte rinascimentale e barocca, diventando simbolo di equilibrio e bellezza ideale.

Morì a Roma nel 1520, in quel 6 aprile, lasciando incompiute alcune opere, ma un'eredità immensa che lo ha reso immortale nella storia dell'arte.