Rifiutano di operare il paziente

25.12.2024
Cattinara di Trieste
Cattinara di Trieste

Vergogna al Cattinara di Trieste: un cardiopatico lasciato senza intervento perché non vaccinato

Una vicenda sconvolgente scuote l'Ospedale Cattinara di Trieste, sollevando interrogativi su etica, diritti dei pazienti e gestione sanitaria. Un paziente affetto da insufficienza aortica severa, una condizione critica che richiede un intervento tempestivo, si è visto rifiutare l'operazione perché non inoculato dal siero contro il SARS-CoV-2,, l'influenza, l'herpes zoster e il pneumococco.

Secondo una lettera ufficiale inviata dall'ospedale, datata 12 dicembre 2024, l'intervento non è stato eseguito per il rifiuto del paziente di sottoporsi a queste profilassi. Un provvedimento che, oltre a sollevare dubbi sulla legittimità e sull'umanità della decisione, potrebbe avere conseguenze irreversibili sulla salute del paziente, già compromessa dalla grave patologia cardiaca.

Un'ingiustizia sanitaria senza precedenti

Il rifiuto di operare un paziente per motivi estranei alla necessità clinica rappresenta un pericoloso precedente nel sistema sanitario italiano. L'insufficienza aortica severa è classificata come una patologia di Classe I, richiedendo un trattamento urgente per prevenire danni irreversibili al cuore e un alto rischio di morte improvvisa.

Qualsiasi studente di medicina sa che tali interventi non possono essere rinviati, salvo il rischio di infezioni acute o condizioni che minacciano immediatamente la vita del paziente. Eppure, il reparto di cardiochirurgia dell'Ospedale Cattinara ha deciso di subordinare l'intervento a un ricatto vaccinale senza alcuna base clinica solida.

La lettera della vergogna

Nella comunicazione ufficiale inviata al paziente, l'ospedale ha dichiarato:

"L'intervento non è stato effettuato poiché lei rifiuta di fare la profilassi contro la SARS-CoV-2, influenza, herpes e pneumococco. Adesso la invitiamo a cancellarsi anche dalla lista d'attesa."

Una presa di posizione che appare in contrasto con i principi del giuramento di Ippocrate e con il diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione italiana. Nonostante il clamore mediatico, l'ospedale non ha smentito la lettera né fornito spiegazioni che possano giustificare questa grave decisione.

Etica medica violata

La scelta di escludere un paziente non vaccinato da un intervento salvavita è un atto discriminatorio che tradisce i principi fondamentali della medicina. Ogni trattamento sanitario, incluse le vaccinazioni, deve essere soggetto al consenso informato del paziente. Imposizioni o ricatti, soprattutto in casi di emergenza, sono inaccettabili.

Inoltre, il rischio teorico associato alla mancata vaccinazione non può superare la necessità urgente di un intervento per salvare una vita. La cardiochirurgia dovrebbe agire nell'interesse primario del paziente, indipendentemente dalle sue scelte personali su trattamenti preventivi.

Il silenzio complice delle istituzioni

Questa vicenda solleva dubbi non solo sull'operato del personale sanitario coinvolto, ma anche sull'assenza di supervisione da parte delle autorità sanitarie. Da quando la profilassi vaccinale è diventata un requisito per accedere a cure urgenti? Perché non vi è stato un intervento tempestivo da parte delle istituzioni per fermare questa ingiustizia?

Le conseguenze per il paziente potrebbero essere devastanti: peggioramento della funzione cardiaca, danni irreversibili e un rischio crescente di morte improvvisa. Chi si assumerà la responsabilità di questo atto che potrebbe costare una vita?

Una chiamata alla giustizia

Questa vicenda non può essere ignorata. È necessario un intervento immediato per chiarire i fatti, ristabilire i diritti del paziente e punire eventuali abusi di potere. Se confermata, questa pratica rappresenta un pericoloso precedente che minaccia il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani.

I pazienti non devono essere costretti a scegliere tra cure essenziali e decisioni personali sulla propria salute. Il sistema sanitario ha il dovere di garantire accesso equo e rispettoso alle cure, senza discriminazioni o ricatti.

L'Italia deve fare i conti con questa grave violazione dei diritti umani e assicurarsi che non accada mai più.

Immaginatevi io stesso oro che dovrei sottopormi a operazione al cuore, come posso essere sufficientemente garantito dall'istituzione ospedaliera come il Cattinara di Trieste?

Djàvlon