Siamo tutti incazzati, questo deve essere il titolo
Poche chiacchiere da bar, tutti sono chiamati a mostrare la faccia, perché dal punto di vista sportivo, quelli vissuti a Reggio Calabria negli ultimi giorni sono momenti seri.
Più che col "fiato sospeso" come scrivono gli amici di StrettoWeb la situazione relativa alle sorti della Reggina che aspetta la sentenza definitiva è "di vita o morte".
I tifosi della Curva Sud della Reggina l'hanno capito e con loro, giornalisti e politici, e chhi non c'era sappiamo già che può avere interessi, ma amore per questa squadra pochi, e parlo di tutti quelli che non c'erano, e non solo di Saladini, la tifoseria reggina che in questi giorni difficili non ha mai mancato di esprimere tutto il proprio supporto verso la squadra ha deciso di alzare la voce in maniera decisa verso chi ha ridotto gli amaranto in questo stato, negli ultimi anni.
Ripeto non solo chiacchiere, ma fatti concreti.
Oggi erano presenti molte personalità della politica. Acclamato chiaramente l'On. Francesco Cannizzaro, riconosciuto dai tifosi e dal pubblico presente per il suo lavoro dietro le quinte a Roma, per salvare il futuro degli amaranto. E proprio nello spirito amaranto, spogliandosi dalle vesti del politico, in nome della nostra maglietta amaranto che accomuna tutti noi, Cannizzaro ha chiamato sullo stesso palco anche i sindaci f.f. Carmelo Versace e Paolo Brunetti, e chiaro il delegato allo Sport Giovanni Latella.
Brunetti e Versace hanno anche inviato una lettera per avere un incontro con il presidente del Coni Malagò, per discutere la situazione della Reggina, di cui vi pubblichiamo una traccia "…in questi giorni, suo malgrado, la Città di Reggio Calabria è balzata agli onori delle cronache sportive per il caso del diniego dell'iscrizione al campionato della Lega serie B della Reggina 1914.
In questa sede, non è intenzione dei sottoscritti entrare nel merito delle vicende giudiziarie e della evidente frizione tra norme dello Stato e ordinamento sportivo, che sicuramente è già alla Sua attenzione, quanto rappresentarle nella Sua qualità di massima carica dello sport italiano, l'importanza che socialmente ed economicamente riveste la Reggina per un territorio come il nostro e, di contro, quello che significherebbe la conferma della sua esclusione a beneficio di altre realtà economicamente più forti e ben più radicate nella "politica" del calcio professionistico nazionale.
Al fine di difendere l'onorabilità e gli interessi di una comunità civile e sportiva come quella della Reggina, Le chiediamo un urgente incontro".
I colleghi hanno poi colto il momento delle dure esternazioni di Nino Zimbalatti, noto esponente politico reggino, già assessore comunale, che ai microfoni di StrettoWeb ha dichiarato: "la Reggina è come la famiglia, meritiamo la Serie B, ce la siamo conquistata sul campo. Non può venire il signor Cellino, che oltretutto, da questi microfoni voglio fare una denuncia alla Procura della Repubblica affinché indaghi il signor Cellino in quanto ha confessato un reato, un pubblico ufficiale che ha detto pubblicamente di aver bruciato alcuni faldoni prima dell'avvento della GDF per la copertura di alcuni mafiosi del Nord. Un'indecenza e una vergogna".
Cellino presidente del Brescia che lavora sotto il tappeto, giorno e notte per l'eventuale ripescaggio proprio ai danni della Reggina.
Poi pensandoci bene sarà che ha veramente bruciato quei documenti? Se si è grave e meriterebbe immediatamente un'indagine accurata, poi se invece non li ha bruciati, ma li ha trattenuti per se, analizzare chi, perché e per come, ogni tanto alcune decisioni lo salvano sempre.
Ma alla fine che scheletri c'erano in quell'armadio della Fgci.