Sinner, comunque Wada, non è doping
La WADA e il Caso Sinner: Un'Istituzione in Crisi di Credibilità?
La World Anti-Doping Agency (WADA), nata nel 1999 a Losanna per volontà del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), si è posta l'obiettivo di coordinare la lotta contro il doping nello sport. Con il Codice mondiale antidopingadottato da oltre 650 organizzazioni sportive, la WADA rappresenta un punto di riferimento globale per la tutela dell'integrità nello sport. Tuttavia, recenti controversie, come quella che ha coinvolto il tennista Jannik Sinner, sollevano interrogativi sul suo operato e sulla sua credibilità.
Il Caso Sinner e la Polemica
Nel settembre 2024, la WADA è stata travolta dalle polemiche per aver richiesto una squalifica di 1-2 anni a carico di Jannik Sinner, nonostante l'atleta fosse stato assolto in primo grado dall'accusa di doping. La vicenda ruota attorno a un'assunzione fortuita e involontaria di quantità minime di una sostanza, talmente basse da non influenzare in alcun modo il rendimento dell'atleta.
Questo caso mette in evidenza alcuni problemi strutturali della WADA:
- Interpretazione rigida e ritardata delle regole: La decisione di aggiornare le normative sulle "anomalie accidentali" è stata rinviata al 2027, nonostante sia evidente l'urgenza di un intervento immediato.
- Funzionari strapagati e scarsa efficienza: La gestione di casi già chiariti appare più un esercizio per giustificare stipendi elevati che un esempio di imparzialità e rigore.
- Caccia alle streghe: Sembra prevalere un atteggiamento punitivo e destabilizzante anche nei confronti degli atleti più onesti, piuttosto che una ricerca genuina della verità.
La Crisi di Funzione della WADA
La vicenda Sinner solleva una domanda fondamentale: a cosa serve la WADA se non riesce a distinguere tra errori accidentali e veri casi di doping intenzionale? Continuare a perseguire atleti che dimostrano la loro innocenza con trasparenza e immediatezza mina non solo la reputazione della WADA, ma anche la fiducia nello sport stesso.
Se la WADA è davvero un'istituzione creata per garantire equità e integrità, perché il cambiamento delle regole viene procrastinato invece di essere adottato subito, quando i limiti sono chiaramente evidenti? Oltre a proteggere gli atleti, il suo compito dovrebbe essere quello di agire con giustizia, prevenendo abusi e garantendo che solo chi infrange consapevolmente le regole venga punito.
Riformare per Riconquistare Credibilità
Il recupero della credibilità della WADA passa attraverso:
- Trasparenza: Pubblicare analisi dettagliate e motivazioni dietro ogni decisione.
- Tempestività: Modificare immediatamente regole non più adeguate, anziché rinviare.
- Imparzialità: Garantire che ogni caso venga analizzato senza pregiudizi o pressioni politiche.
- Focus sull'intenzionalità: Distinguere tra errori accidentali e reali violazioni delle normative antidoping.
Il Caso Sinner, un'occasione mancata
Jannik Sinner ha dimostrato in modo chiaro la sua innocenza e l'estraneità ai fatti. Continuare a perseguirlo non solo appare ingiusto, ma rappresenta un danno enorme per l'immagine della WADA, che si trasforma, agli occhi di molti, in un sistema di controllo politico piuttosto che in una garanzia di onestà sportiva.
La lotta al doping deve restare una priorità, ma farlo in modo cieco e burocratico rischia di distruggere ciò che si vuole proteggere: la fiducia nello sport e nei suoi protagonisti. È tempo che la WADA smetta di essere un semplice "spauracchio" e si impegni realmente a promuovere giustizia ed equità.
Scrivo poi da Reggio Calabria, terra della gloriosa Reggina, e qui di ingiustizie dei tribunali ne abbiamo già viste troppe.
A Jannik Sinner dico "comunque Wada, non è doping e lo sappiamo tutti".
Andrea Ruggeri