Taxi Gialli e Truffe, quando il trasporto diventa un problema culturale

Taxi Gialli e truffe: quando il trasporto diventa un problema culturale
Stavo riflettendo sul caso di una cittadina che, accompagnando un'anziana signora, ha denunciato un episodio spiacevole accaduto con un taxi. Leggendo la sua storia, non ho potuto fare a meno di pensare alle esperienze personali simili che ho vissuto anche io. Più di una volta, tornando dall'aeroporto o dalla stazione FS a casa, mi è capitato di pagare 10 euro per neanche 800 metri. Se ci penso, ho pagato persino più di quanto chiesto alla signora.
Alla fine, ho risolto trovando un tassista serio, con cui ho fatto un accordo per un servizio equo. Non nego che aspettare ore per un cliente e non guadagnare nulla possa essere frustrante. Ma il mestiere del tassista non è — e non deve diventare — un lavoro per frustrati. È un mestiere vero, dignitoso, e va svolto con rispetto per chi si trasporta.
Trenta euro per quattro chilometri, o dieci euro per 800 metri: così non si aiuta il turismo. Così si scoraggia chiunque a prendere un taxi. Con 30 euro al giorno, posso affittare un'auto, mangiare al ristorante, attraversare lo Stretto in aliscafo, gustare delle ottime costolette all'australiana e finire la giornata con un gelato da Cesare. Ecco il paradosso.
La signora in questione — Marily, per darle un nome — ha avuto il coraggio di denunciare. Non ho voluto rivelare chi fosse, perché è importante ricordare che certe cose non si fanno con nessuno: artista, professore, turista o studente che sia.
Il problema, però, è a monte. Se i controlli non saranno seri ed efficaci, questi episodi continueranno a ripetersi. E non riguarderanno solo i taxi. Pensiamo anche ai noleggi auto: paghi online con la tua carta, e una volta arrivato sul posto ti chiedono una seconda carta. Se non ce l'hai, non ti danno l'auto, anche se è già stata pagata. E ti tocca affittarne un'altra da un'agenzia più onesta. È successo anche a un nostro cliente.
Purtroppo, denunciare non sempre basta. Negli aeroporti, spesso chi dovrebbe vigilare è amico di chi lavora lì, si conoscono tutti. E quando la confidenza supera i controlli, i diritti dei cittadini diventano carta straccia.
Ci sono orari più "a rischio", come la sera. I passeggeri stanchi, magari dopo una settimana di lavoro, sono più vulnerabili. E chi ne fa le spese, spesso, sono proprio gli anziani.
Marily ha scritto:
"Sfruttare e truffare il turista o il cittadino, con la scusa del 'si è sempre fatto così', in una città che fino a pochi giorni fa ambiva a diventare Capitale della Cultura, è semplicemente inaccettabile."
Come darle torto?
È vero, lavorare nel freddo e tornare a casa a mani vuote può spingere qualcuno a pensare a scorciatoie. Ma se vogliamo davvero crescere, se vogliamo diventare una destinazione turistica di qualità, dobbiamo fare uno scatto in avanti. Anche nella mentalità.
Per fare un paragone: dall'aeroporto di Newark a Manhattan, circa 30 km attraversando due stati, un taxi costa 50 dollari, ovvero circa 45 euro. A New York. Ma attenzione: lì, se provi a manomettere il tassametro, sei finito.
Il sistema funziona, perché le regole sono chiare e fatte rispettare.
E allora mi rivolgo ai nostri tassisti — non tutti, certo, ma a quelli che pensano che si possa fare finta di niente — con una storia che forse conosceranno.
All'inizio del secolo scorso, nel 1907, un certo Harry Allen, uomo d'affari, prese un taxi e si vide chiedere una cifra esorbitante. Si arrabbiò talmente tanto che decise di fondare una sua compagnia: la York Taxicab Co.. In poco tempo mise su una flotta di 600 veicoli, tutti gialli. Scelse quel colore perché era il più visibile da lontano: così nessuno avrebbe avuto dubbi su chi offrisse un servizio trasparente e affidabile.
E se il turismo davvero riparte, come pare, state certi che qualcuno prima o poi investirà in servizi alternativi. Taxi più seri, navette, mobilità condivisa. E allora sì, la leggenda dei taxi gialli potrebbe rinascere… anche qui.
Djàvlon
Ps. Se una flotta di taxi gialli della città di New York aperta all'inizio di novembre dello scorso anno ora gestisce una propria flotta di taxi gialli Tesla in città, comprando una stazione di ricarica rapida per veicoli elettrici in loco. Potremmo noi per lo meno avere un po più di rispetto? Di gente ricca pronta a investire il mondo è pieno, vediamo di mostrare a quel mondo che siamo capaci da soli. Rispetto.