Teste di Cazzo: Un’Investigazione tra Ironia e Realtà

02.01.2025

Tra esplosioni di auto elettriche e attentatori folli, in USA nel primo giorno dell'anno, eccomi a Reggio Calabria, in un viaggio surreale alla ricerca delle misteriose "Teste di Cazzo" che l'illustre uomo dei Ricchi e Poveri ha apostrofato durante la notte di Capodanno sulla Rai. 

Se ci fosse stato un premio per il miglior titolo di quotidiano, forse avremmo vinto, ma chi se ne frega! 

La mia missione è chiara: scoprire chi sono queste entità enigmatiche e, perché no, anche perché hanno scelto di restare nel buio.

La prima tappa del nostro peregrinare giornalistico è da Marco Liorni

Ah, Liorni! Mito vivente, noto per il suo aplomb e il suo fascino da gentleman che fa invidia anche ai migliori James Bond. Chi lo conosce sa bene quanto sia improbabile che possa additare qualcuno. 

Suo soprannome "il Padre" non è dato alla leggiadria ultraterrena, ma a una gentilezza d'altri tempi che ricorda Luciano Rispoli, nato proprio a Reggio Calabria. 

Una gentilezza e simpatia, e a mio modesto parere, vista l'assenza di personaggi Woke, il Capodanno meno invasivo degli ultimi 10 anni.

Grazie Marco.

Noi e Marco
Noi e Marco

Ma non ci perdiamo d'animo: dalla Rai ci dirigeremo verso il Malavenda1872, un locale che promette qualità. 

La location, accanto al Museo, è perfetta per un aperitivo da veri intenditori.

Mozzarelline in carrozza, crespelline, calzoncini, pizzettine, mini panini farciti e altri salatini sfiziosi abbelliscono la nostra tavola, mentre noi cerchiamo disperatamente indizi sulle Teste di Cazzo. Ma Saverio, Pietro, Simone e Silvio così come Alessandra e Giovanni, sembrano ben informati su tutto tranne che sulla nostra ricerca. 

Mentre colgo al volo un assaggio di mozzarella filante, mi rendo conto che, evidentemente, le Teste di Cazzo non brulicano qui e neanche tra gli splendidi dolci di questa casa. Magari sono semplicemente in vacanza o, meno romanticamente, sono nascoste dietro qualche discorso politico locale lui sì da "teste".

E via, quindi, ci dirigiamo verso il Capolinea che è il locale dove sono state viste spesso, ad abbuffarsi e davvero meraviglioso lo è. 

Ordiniamo un assaggio con prosciutto chiamato Taormina, apparentemente importato dalla Romagna, è spettacolare, da far venire voglia di ordinare tre piatti uno dietro l'altro. Eppure, anche lì, la caccia alle Teste di Cazzo si rivela infruttuosa. Alcuni clienti accennano a nomi altisonanti: il sindaco, politici più "maturi" della gioventù reggina, ma niente. Qui non facciamo politica, ma godiamoci il Taormina.

Il sole splende alto, dando una calda benedizione a questo angolo del mondo, e allora chiediamo ai DeStefano del chiosco più famoso del mondo, dove il gelato è storia. Sarà, ma anche qui, nulla. Le Teste di Cazzo sono diventate un mito, un miraggio, un qualcosa da cercare in lontananza. Magari sono tutte emigrate al Nord, pensando che fosse più sicuro? Chissà, ma qui neanche un delitto, Reggio Calabria è la città più sicura d'Italia.
Compro un souvenir da Talmone una cosa fuori di testa sul meraviglioso Corso Garibaldi che rinominerei Corso Gianni Versace, tanto è bello e chic. Ma neanche da Talmone ci sono teste di caz.... anzi ci sono due teste molto speciali.

Se c'è cosa certa in questo viaggio, è che le Teste di Cazzo non si manifestano, e già incomincio a perdere le speranze. Ma al di là di questa insoddisfazione, mi ritrovo a pensare ad Angelo, l'uomo che ha dato vita a questa instancabile ricerca. Sarà lui, nella sua intervista, a svelare qualche segreto, sebbene dubiti che ci riveli collegamenti con Putin o gli incauti guerrafondai israeliani. E nel bel mezzo di questo intricato tessuto politico, chi lo sa? Di certo non potrei mai immaginare che il mio viaggio potesse intrecciarsi con le disavventure di Biden, investitori assassini e auto elettriche munite di ordigni e il peggior governo americano degli ultimi 500 anni.
Insomma, il panorama odierno sembra affollato: dalle poltrone di Bruxelles a quelle di Washington, passando per Tel Aviv e Tehran. Le Teste di Cazzo potrebbero trovarsi in ogni angolo del mondo, come un virus sfuggente, capace di mescolare la superficialità di un talk show con la gravità di questioni geopolitiche. 

Allora, ecco il mio appello finale: unitevi a me! 

Se avete qualche informazione utile sulla posizione attuale delle Teste di Cazzo, fatevi avanti. La nostra lista potrebbe espandersi, abbracciando ogni luogo e ogni governo. 

Ricordate: non si tratta solo di un'indagine; è una caccia all'ironia in un mondo visibilmente fuori controllo. E ora, chiudiamo questo capitolo reggino, almeno fino all'intervista con Angelo, poi decideremo noi se accenderemo o no il microfono ... teste di cazzo.

Djàvlon

Ps... Intanto godiamoci il panorama di Reggio Calabria