Un territorio allo sbando: i sindaci contro il futuro del loro stesso popolo
La decisione dei sindaci della città metropolitana di Reggio Calabria e del comune di Villa San Giovanni, Giuseppe Falcomatà e Giusi Caminiti, di ricorrere al TAR contro l'autorizzazione della Commissione VIA-VAS per il Ponte sullo Stretto è l'ennesima dimostrazione di una leadership miope e autolesionista. Questa scelta, definita "abominevole" dal consigliere comunale di Reggio Massimo Ripepi, non solo tradisce le speranze di sviluppo del territorio, ma lo condanna a un isolamento cronico.
Ripepi non usa mezzi termini: "Il Ponte è l'opera più importante della nostra terra, un'occasione che non possiamo permetterci di perdere. E invece, i sindaci si comportano come nemici del loro stesso popolo. Vergognoso." E non ha tutti i torti. Mentre altre regioni lottano per attrarre investimenti e infrastrutture, qui abbiamo amministratori che non solo non propongono alternative, ma ostacolano attivamente progetti che potrebbero risollevare una provincia in ginocchio.
I sostenitori del Ponte, come la pagina "Strait of Messina Bridge", hanno sottolineato l'inutilità tecnica del ricorso: si tratta di un atto contro un passaggio intermedio, incapace di fermare una macchina ormai avviata verso l'approvazione definitiva da parte del CIPESS. Ma il danno d'immagine è fatto: sui tavoli internazionali, l'Italia è derisa per le azioni di amministratori che sembrano agire più per ideologia o incapacità che per il bene comune.
Villa San Giovanni e la città metropolitana di Reggio Calabria sono tra i territori più poveri d'Europa, ultime in tutte le classifiche di qualità della vita. Hanno un disperato bisogno di investimenti, lavoro e infrastrutture. Eppure, i loro sindaci si oppongono al Ponte, una delle poche opportunità concrete di rilancio.
Una follia che lascia sbigottiti persino investitori e osservatori internazionali.
Questa vicenda rappresenta un'anomalia tutta italiana: amministratori che remano contro il futuro dei loro stessi cittadini. È ora di dire basta a questa politica fallimentare, che sacrifica il progresso per interessi personali, ideologici o incompetenza.
Il territorio merita una classe dirigente all'altezza delle sue potenzialità, non leader che, anziché costruire, distruggono le poche possibilità di rinascita.
Reggio e Villa non possono permettersi altri errori del genere. I cittadini devono chiedere a gran voce responsabilità e visione, prima che l'ennesima occasione venga sprecata.
Le parole di Ripepi ricordano una massima "È chiaro a questo punto che chi rema contro aiuta la nave ad affondare e noi passeggeri non permetteremo questo, il rischio di un ammutinamento, già pronosticato dalla giustizia arriverà con certezza da parte di noi passeggeri'.
Un proverbio in riggitanu dice: "A 'a casa du 'mpisu no 'mpendiri ogghialòra" (Alla casa dell'impiccato non appendere orciuoli.)
Djàvlon