W il ponte sullo Stretto, abbasso le pale in Sardegna!

03.01.2025

Pale Eoliche in Sardegna: Una Battaglia per il Futuro, anche per una donna di 100 anni.

Tutti al mare tutti al mare a mostrare pale e pale
Tutti al mare tutti al mare a mostrare pale e pale

La Sardegna, un'isola di bellezze incontaminate e paesaggi mozzafiato, sta vivendo un momento cruciale, segnato dalla crescente pressione per l'installazione di mega impianti eolici e fotovoltaici. 

Sotto la guida della paladina dei 5 Stelle, Alessandra Todde, ex-viceministro del governo Draghi e fondatrice di Energeya, si sta consumando una battaglia che suscita forti inquietudini tra i sardi. Questa situazione non è semplicemente una questione di energia rinnovabile; rappresenta un vero e proprio attacco al diritto del popolo sardo di esprimersi su un tema così delicato.

La narrazione di una transizione ecologica spinta dall'installazione di pale eoliche ha il sapore di una contraddizione. A fronte di un presunto impegno verso l'ecologia, ci troviamo di fronte a un'industria che consuma litri e litri di diesel e olio lubrificante per il suo stesso funzionamento. Per non parlare degli impatti devastanti che queste strutture hanno sulla fauna locale: gli uccelli morti sono solo la punta dell'iceberg di un problema ben più profondo, che mette in discussione il concetto stesso di sostenibilità. 

Non si può definire ecologico un sistema che viola così platealmente i principi di rispetto per l'ambiente.

E mentre Alessandra Todde e i suoi sostenitori sembrano ignorare queste evidenze, molti si chiedono come possa coesistere un tale progetto con la salvaguardia dei nostri paesaggi. 

L'Isola, ammirata in tutto il mondo e meta ambita da turisti e vip internazionali, potrebbe subire un duro colpo. Come possono i visitatori apprezzare una terra deturpata da enormi pale eoliche che si ergono, come mostri metallici, ai margini delle nostre coste e nelle valli incantevoli? 

È il colmo della follia investire sulla distruzione del nostro patrimonio naturale, un errore cui le generazioni future pagheranno il prezzo.

In questa battaglia si ergono figure simboliche come Cecilia Mascia, che alla veneranda età di cento anni rappresenta la determinazione di una comunità stanca di subire decisioni calate dall'alto

La lotta a 100 anni
La lotta a 100 anni

La sua ironia e il suo spirito indomito incarnano la voce di un popolo che non sta semplicemente guardando il futuro, ma ha deciso di mettersi in gioco per difendere la propria terra. 

Nessun referendum è previsto per decidere su questioni tanto fondamentali, eppure la Sardegna ha il diritto di scegliere liberamente il proprio destino, piuttosto che accettare passivamente il volere di speculatori energetici.

La scelta di investire nella sostenibilità deve necessariamente passare attraverso una visione rispettosa dell'ambiente, del territorio e delle persone che lo abitano, ed essere realmente utile, non distruggendo l'economia e il mercato del lavoro localo, oggi per buona parte legato al turismo. 

I progetti di sviluppo devono rispettare l'identità culturale e paesaggistica della Sardegna, non deturparla.

Le alternative esistono e il dialogo è fondamentale. Ma questa volta, dobbiamo dire basta a chi vuole svendere il nostro futuro in nome di una "transizione ecologica" che, in realtà, cela interessi economici ben più grandi, destinati a scaricare pesantemente sulle spalle dei sardi. 

W il ponte sullo Stretto, abbasso le pale in Sardegna!

Djàvlon